Rivoluzioni colorate, il ritorno della Guerra Fredda, attentati terroristici, il rischio di un conflitto atomico, l’immigrazione incontrollata, la shock economy. Le azioni terroristiche hanno sprofondato l’Europa nella morsa della paura, spingendo le nazioni ad adottare misure estreme e a stringere la morsa del controllo globale. L’elezione di Donald Trump ha portato il mondo a dividersi nuovamente in due blocchi, ricorrendo alla logica del Divide et Impera. Al riproporsi anacronistico della Guerra Fredda, è emerso anche un nuovo protagonista sullo scacchiere geopolitico: la Corea del Nord.

 

Come si è arrivati a questo punto? Come hanno fatto i già precari equilibri globali a infrangersi dopo l'attacco chimico a Idlib?

Che cosa si cela dietro il rischio di crollo dell’Eurozona, le rivoluzioni colorate, la Primavera Araba e la genesi dell’ISIS?

Perché l’Occidente è precipitato in una spirale di violenza e terrore? È in atto una strategia della tensione?

Come fanno eventi in apparenza così diversi e distanti ad avere un’origine comune?

Che ruolo hanno personaggi come George Soros dietro le Rivoluzioni colorate e l’immigrazione selvaggia che stanno portando caos e modificando il profilo delle nazioni?

 

In questa riedizione aggiornata di Governo Globale, gli autori documentano in modo chiaro e completo la storia segreta del Nuovo Ordine Mondiale, dalle sue origini a oggi: la genesi, l’ideologia e le tappe storiche, dalle origini della modernità all'attuale sfida militare che vede come terreno di battaglia il Medio Oriente. Chi ha coniato il termine e chi perpetua in segreto il disegno di instaurazione di un governo globale? Quali interessi si nascondono dietro questo progetto? Che ruolo hanno i membri di affiliazioni e gruppi occulti che riuniscono i protagonisti della vita politica, economica e finanziaria globali? Quale disegno si nasconde dietro la diffusione della tossicodipendenza di massa, fenomeni inquietanti e criminali come il satanismo, certi movimenti “culturali”, o di “controcultura”, come la “rivoluzione” psichedelica o le teorie di genere?

In questo gioco di equilibri, quale obiettivo nasconde il progetto di instaurazione di un Governo Globale che lungo il suo cammino assoggetta i Popoli, fa cadere nazioni e governi come pedine di un complesso domino di cui non si riesce a vedere il disegno complessivo?

 

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Governo Globale. La storia segreta del Nuovo Ordine Mondiale

Intervista a Enrica Perucchietti, autrice di un libro che spiega come l’attualità mondiale evidenzia l’esistenza di un piano preordinato di dominio, ormai discusso anche sul mainstream

 

Dottoressa Perucchietti, Lei è autrice del libro Governo Globale. La storia segreta del Nuovo Ordine Mondiale edito da Arianna: in che modo l’attualità mondiale evidenzia l’esistenza di un piano preordinato di dominio globale?
Quello che inizialmente era un argomento di nicchia è diventato negli ultimi anni un tema diffuso e sempre più condiviso: se inizialmente i ricercatori e i giornalisti che ne parlavano venivano liquidati come “cospirazionisti”, oggi la sensazione che sia in atto un progetto di mondialismo (seguente alla globalizzazione delle merci) è comunemente accettato. Pensiamo per esempio a Henry Kissinger che ha dato un’opera dal titolo altisonante come World Order. Sempre più politici, ministri, capi di Stato e pontefici, inoltre, negli ultimi decenni hanno parlato pubblicamente dell’esigenza di costituire un “Nuovo Ordine Mondiale”. Il nostro intento è stato quello di ricostruire la storia documentata di questo progetto e le tappe storiche che arrivano fino a noi. Al di là delle confusioni generate dalla cultura-web, il Nuovo Ordine Mondiale, lungi dall’essere il delirio di una manciata di paranoici, è al contrario un argomento serissimo che merita di essere indagato. Ciò che è avvenuto negli ultimi anni e che avevamo in parte anche previsto nelle nostre opere precedenti ci ha spinto a rimettere mano al saggio per la riedizione ampliandola, per poter star dietro ai cambiamenti che si sono susseguiti negli ultimi sei anni dalla prima pubblicazione. L’elezione di Trump ha illuso alcuni di poter condurre a una battuta d’arresto del progetto mondialista ma nei mesi abbiamo assistito a una “normalizzazione” del neo presidente e l’anacronistico ritorno alla Guerra Fredda ha portato anche alla comparsa di un nuovo nemico sullo scacchiere geopolitico, la Corea del Nord.

Quando nasce l’idea di un Nuovo Ordine Mondiale e quali ne sono le principale tappe storiche?
Per comprendere che cosa sia il Nuovo Ordine Mondiale è necessario ricostruire le tappe storiche che hanno portato, attraverso i secoli, allo sviluppo dell’ideologia mondialista, riscoprendone le radici e i presupposti filosofici (ma anche spirituali e teologici). L’ideologia del NWO, infatti, attinge la sua linfa vitale da un preciso contesto storico, identificabile con il mondo protestante dei secoli XVII e XVIII. È a partire dall’Inghilterra protestante che l’idea di una Nuova Era di “trasformazione del mondo”, di un progetto prima utopistico e poi politico di “rinnovamento” dell’umanità trova adesione, sostegno e suoi primi “profeti”: un progetto nato inizialmente come contraltare all’universalismo della nemica Chiesa Cattolica e dell’Impero Asburgico e fusosi, successivamente, con analoghe correnti fiorite nello stesso periodo in Nord Europa.

L’ideologia mondialista ha recepito e rielaborato nei secoli anche altri tipi di influssi: sull’originario substrato protestante-anglosassone, infatti, si innestano successivamente almeno altre due correnti politico-spirituali: l’ideologia universalistica e occultista di matrice massonica (a cui si innestano alcune derive occultistiche) e un certo neo-messianismo di matrice sionista. Queste correnti così diverse tra loro troveranno una convergenza fondata sull’elitismo di chi (gli Usa in primis) si sente in diritto e in dovere di promuovere anche con la forza il proprio imperialismo e assoggettare il resto del mondo ai propri interessi.

Nell’affrontare il tema del NWO non si può ignorare la teoria del Grande Complotto, che secondo alcuni dirigerebbe le sorti del mondo da secoli. La tesi di “Complotto Universale” ha secondo noi il difetto di essere indimostrabile in sede storica (per non parlare delle sue versioni “alternative” che vanno tanto di moda ma che rischiano soltanto di screditare tutto il settore). Se è impossibile affermare l’esistenza di una “continuità programmatica” nello sviluppo del NWO, è legittimo tuttavia parlare di un’evidente continuità ideale che lega, attraverso i decenni e persino i secoli, una serie di “forze” e “poteri” in una complicità di interessi e di azioni.

Quali interessi si nascondono dietro il disegno di instaurazione di un governo globale?
Se non esiste un Grande Complotto unico, monolitico, esiste però come anticipavo una dottrina di base e una “confluenza di interessi” che spingono verso la costituzione del mondialismo, così come esistono i suoi profeti e “architetti” che ne hanno scritto e parlato anche pubblicamente.
Dalla rete inestricabile dei poteri occulti, delle logge e delle sette, dei potentati economici e dei gruppi di pressione impegnati da tempo a promuovere il progetto del Nuovo Ordine Mondiale, emergono con una frequenza non casuale, nomi, realtà e concreti gruppi di potere che nel nostro Governo Globale definivamo il “volto visibile del NWO” di cui trattiamo ampiamente nella prima parte del saggio. Come accennato, il progetto mondialista nasce in ambito anglosassone ed è quindi naturale che esso abbia avuto, nella potenza degli Stati Uniti e dell’Inghilterra, il perno della sua potenza (a cui si è aggiunto, a partire dal secondo dopoguerra, il fattore geopolitico costituito dallo stato di Israele). Quando parliamo del potere di queste nazioni, tuttavia, ci riferiamo a certe strutture di potere che rimangono invariate nel tempo.

Fatte salve le differenze che contraddistinguono le diverse correnti, esistono alcune costanti fondamentali alla base del progetto mondialista e alcuni interessi specifici:

 
  1. l’aspirazione a costituire una res-pubblica universale e sovranazionale controllata più o meno direttamente da un’autoselezionata élite. Quindi la creazione di un governo elitario, di pochi.
  2. La diffusione o imposizione di un pensiero omologato tendente a dissolvere le identità e le particolarità culturali, politiche e religiose in una sorta di Pensiero Unico globale. Il progetto di costituzione di un mondo nuovo richiede infatti anche un uomo nuovo che sia omologato e omologabile, facilmente controllabile, di cui abbiamo ampiamente parlato anche ne La fabbrica della manipolazione e in Unisex.
  3. La conseguente lotta contro le “identità forti” difficilmente omologabili alla cultura mondialista e l’abbattimento dei valori tradizionali.
  4. Censura e psicoreato, ossia il controllo della comunicazione, dei Mass Media ma anche delle menti e dell’espressione dei cittadini, di cui la recente battaglia contro le fake news è un lampante esempio.
  5. Una strategia d’azione che privilegi l’utilizzo strumentale della politica (una sorta di vera e propria criptopolitica basata su ricatti e complotti per lo più sotterranei). Pensiamo anche all’esistenza di quei cenacoli come la Commissione Trilaterale o il Club Bilderberg i cui membri si riuniscono a porte chiuse per discutere del destino dell’umanità.
  6. Il riferimento ad alcuni punti ideologici imprescindibili come il neomalthusianesimo che considera l’eccesso delle nascite nelle classi povere come un problema per la qualità di vita. Gli architetti del NWO sono ossessionati dal contenimento/riduzione della popolazione.
  7. Il suo rapporto stretto con i grandi potentati economici: nell’immaginario collettivo, infatti, il NWO ha finito per identificarsi con il potere dei colossi bancari e delle multinazionali che ne sono, per certi versi, l’espressione più visibile.
  8. Una visione prometeica e luciferina che convoglia nel Transumanesimo e nelle sue applicazioni cibernetiche, virtuali e tecnologiche. L’idea di fondo è che l’uomo può farsi Dio e abbattere la natura, arrivando a derive post-umane finora impensabili.

Cosa nasconde la minaccia del terrorismo?
Il terrorismo genera paura e la paura è un potente strumento di controllo. Manipolando le persone in fase di shock, sull’ondata emotiva degli eventi, è possibile introdurre misure liberticide fino a quel momento impensabili, lasciando credere ai cittadini che i provvedimenti scelti siano per il loro bene e la loro sicurezza. Terrorismo ed estremismo vengono sfruttati abilmente, evocati quotidianamente, politicizzati per poterne sfruttare l’ondata d’urto emotiva. Citando Orwell, la sensazione è che la “guerra al terrore” sia stata concepita come perenne per «poter mantenere intatta la struttura della società» e introdurre uno Stato di Polizia. La guerra non deve cioè aver fine ma deve servire per poter legittimare misure estreme. Per questo non si può distruggere al-Qaeda senza pensare che spunti un altro pericolo, ISIS o altra organizzazione terroristica che sia.

Il terrore doveva finire per divampare anche in Europa. Si stava affievolendo la tolleranza del popolo ad accettare sacrifici per “esportare” la democrazia in Paesi lontani. L’unico modo per poterlo spingere a continuare a oliare la macchina da guerra era far assaggiare all’Occidente quel genere di “paura” che noi italiani conosciamo bene (gli Anni di Piombo).
Gli artefici del mondialismo, come mostriamo nella seconda parte del saggio, hanno sfruttato con cura occasioni tragiche e non si sono fatti problemi a inscenare od ordire attentati o comunque a strumentalizzarli per creare i presupposti per poi poter raccogliere e sfruttare delle opportunità calcolate con cura. In questo contesto rientrano anche le cosiddette false flag (operazioni sotto falsa bandiera a cui ho dedicato un omonimo saggio).

In che modo si inserisce in tutto ciò il redivivo protagonismo della Corea del Nord?
Credo che il ruolo della Corea del Nord ricalchi quello del Nemico pubblico che ciclicamente bisogna offrire all’opinione pubblica per compattarla rispetto a una emergenza esterna. Evidentemente la Russia non poteva più rispecchiare quel ruolo dato che la figura di Putin desta sempre maggior consenso o comunque meno diffidenza. Non conta se questa emergenza sia reale oppure no, se il Nemico sia esattamente come viene dipinto, conta la percezione della minaccia. La crisi permanente può essere interpretata anche in un’altra ottica: la Corea del Nord potrebbe essere soltanto un “diversivo”  degli USA. Un conflitto contro la Corea del Nord sarebbe non solo inutile, ma svantaggioso e pericoloso. Non apporterebbe nemmeno benefici da un punto di vista geopolitico. Quindi, quale sarebbe il reale motivo di questa improvvisa campagna mediatica volta a fare della Corea del Nord l’ennesimo nemico di turno?

Cosa possiamo attenderci dal futuro prossimo?
Ne parlo nell’ultimo capitolo da me curato. Credo che nonostante gli sforzi dell’imperialismo mondialista di portare avanti i propri progetti, nel giro di qualche anno lo scettro passerà di mano e probabilmente il centro del potere si sposterà in Cina. È comunque un’opzione che non possiamo non calcolare. Le variabili sono comunque molte. Così come sono da prendere in considerazione delle anomalie che si sono registrate come l’elezione Trump e la Brexit, che sono state evidentemente sottostimate.

Di questa idea il dossier del Club di Roma, 2052. Scenari globali per i prossimi quarant’anni che prosegue le stime che hanno reso famoso questo gruppo di studio. Jorgen Randers, servendosi di una quantità impressionante di dati, elaborati dai supercomputer più potenti e dei contributi di una quarantina di esperti di vari settori, prova a delineare il futuro globale fino al 2052. In estrema sintesi, nella terza parte del libro, viene predetto che la Cina sarà il leader mondiale nel 2052, «la forza trainante del pianeta», superando in tal mondo i due blocchi storici che competono per la supremazia globale. La Cina diventerà egemone, secondo lo studio, perché oltre alla capacità di azione ha sufficienti risorse interne per conquistare il potere globale. A tutto ciò si aggiunge che i cinesi hanno la volontà e la capacità «di controllare i flussi di investimenti con cui raggiungere i propri obiettivi».

Il destino profetizzato dai consulenti del Club di Roma è stato previsto anche da altri ricercatori che hanno puntato in particolare sulla forza economica e finanziaria della Cina che negli ultimi anni si sta accaparrando le risorse naturali, dall’energia ai minerali, dalle foreste alle derrate agricole, insidiando così le zone d’influenza che appartenevano all’Occidente. Nell’espansionismo cinese c’è infatti l’impronta di una nuova classe dirigente, tecnocratica e pragmatica, silenziosa e lungimirante. Il destino della Cina sembra quindi sfuggire allo storico braccio di ferro di Washington e Mosca. La Cina, infatti, non è solo il maggior creditore degli USA, ma nel breve tempo di un decennio si è contraddistinta per l’assalto alle roccaforti del capitalismo statunitense e per una nuova forma di colonizzazione africana.

 

DA:

 

https://www.letture.org/governo-globale-la-storia-segreta-del-nuovo-ordine-mondiale-enrica-perucchietti/

INTERVISTA DI LUIGI TEDESCHI PER ITALICUM

L’avvento di Trump alla presidenza degli USA non sembra connotare una discontinuità più mediatica che politica rispetto alla presidenza Obama? L’“America First” di Trump non vuole forse accentuare il primato della superpotenza americana con le rinnovate sanzioni all’Iran, il sostegno incondizionato ad Israele, la russofobia, il perdurante e rafforzato sostegno americano alla Arabia Saudita e agli Emirati Arabi? La continuità con Obama si riscontra anche nella politica economica protezionista già inaugurata da Obama nei confronti dell’Asia. Del resto l’isolazionismo non sembra essere una condizione impossibile per un paese come gli USA che hanno iscritto nel proprio codice genetico “il destino manifesto” e “la nuova frontiera”?

L’amministrazione Trump fatica a trovare una sua identità per il semplice motivo che chiunque passi per la Casa Bianca finisce per essere fagocitato dal Deep State, diventandone di fatto un burattino. Detto ciò Trump, sebbene sia stato “normalizzato” e osteggiato in tutti i modi, sta riuscendo a spaccare o almeno a infastidire l’establishment globalista, ponendosi comunque come un elemento di disturbo, utilizzando lo strumento fiscale “favorevole alle imprese”, dazi, ecc. Il suo America First non significa comunque “isolazionismo” (“America da sola”, insomma), semmai una tendenza/continuazione al protezionismo (si veda Davos), perché l’America può crescere solo rimanendo in un’ottica globale e di globalizzazione che è il suo “marchio” di superpotenza. Altrimenti minerebbe anche il soft power americano, come starebbe già facendo secondo alcuni. Nel primo anno dell’amministrazione, la rivoluzione protezionista non ha visto davvero la luce, anche a causa di litigi interni: Trump non si è ritirato unilateralmente dal Nafta definito in campagna elettorale “il peggiore accordo commerciale di sempre” e ha giocato la partita commerciale soprattutto attraverso la riforma fiscale, riportando preziosi investimenti in America. Dobbiamo ancora capire che cosa voglia davvero fare e che cosa potrà – o meglio gli lasceranno − fare…

Lo stato di guerra permanente è una necessità immanente per la sussistenza del primato mondiale degli USA. L’ordinamento americano è a base teocratica e per affermare la propria universalità e superiorità deve necessariamente contrapporsi ad un “asse del male” contro cui condurre la “guerra giusta”. Il governo globale è dunque congenitamente conflittuale nella geopolitica al pari del capitalismo assoluto nell’economia di mercato. Se il processo di globalizzazione viene definito irreversibile, lo è anche la sua perenne conflittualità. Se è dunque irreversibile l’ordine oligarchico globale allora non è parimenti irreversibile anche il populismo, quale fenomeno scaturito proprio dalla conflittualità economica, politica e sociale generata dal capitalismo? Tale irreversibile conflittualità populista non potrebbe essere un sintomo della crisi e del declino irreversibile degli USA e del governo globale?

Sì, perché stiamo assistendo a un disincanto e una disaffezione delle masse nei confronti della politica: la frattura tra il potere “democratico” e la base della popolazione è sempre più chiara e drammatica e non possiamo prevederne le ripercussioni. L’Europa è diventata uno strumento docile dell’espansionismo americano a suon di trattati e colpi di scena, grazie a crisi ripetute e alla connivenza dei governi che hanno gradualmente abdicato alla propria sovranità nazionale. Se è vero, parafrasando Edward Bernays, che la società moderna esige una leadership forte e che quindi chi governa deve sapere esercitare al meglio l’arte del comando per indirizzare e guidare l’elettorato considerato come un “gregge disorientato” da dirigere (v. Walter Lippmann), la manipolazione costante e capillare dell’opinione pubblica ha raggiunto al contempo il suo apice e forse il suo declino (e qua si innesca la battaglia contro le fake news che si mostra come un tentativo disperato di censurare l’informazione alternativa che mina gravemente il controllo sociale). La gente (almeno una parte) sta infatti iniziando ad acquisire la capacità e la volontà di andare oltre l’apparenza per capire meglio gli avvenimenti e la loro genesi.

Il governo globale neoliberista si afferma attraverso il permanente stato di emergenza. Emergenza scaturita di volta in volta, da minacce terroristiche, crisi economiche ricorrenti, guerre per salvaguardare la democrazia contro gli “stati canaglia”. In tal modo, onde scongiurare la minaccia di mali estremi, si impongono leggi restrittive della libertà e provvedimenti devastanti sul lavoro e il welfare. Misure che comunque, senza lo stato di emergenza, non incontrerebbero il consenso dei popoli. Il governo del terrore permanente può tuttavia essere imposto ai popoli nella misura in cui questi ultimi possano temere la perdita della sicurezza o del proprio status sociale. Ma a masse diseredate, ridotte allo stato di sopravvivenza, a cui è venuta meno ogni speranza, come possono paventarsi mali più gravi? Il governo del terrore può ancora avere effetto su popoli che ormai possono perdere solo le proprie catene?

Finché non si sarà toccato il fondo, sì. Lo stiamo vedendo, ci sono sempre emergenze e minacce nuove da offrire al popolo: pandemie, terrorismo, nemici pubblici n.1, ecc. (ne parlo ampiamente in Fake news. Dalla manipolazione dell’opinione pubblica alla post-verità: come il potere controlla i media e fabbrica l’informazione per ottenere il consenso, Arianna Editrice). La paura, infatti, è uno dei tasselli  fondamentali nel processo di manipolazione sociale che il potere adotta da secoli. Si induce una crisi o la si strumentalizza per portare avanti politiche che sarebbero altrimenti impopolari ma che la percezione dello shock, indotto o reale che sia, legittima. In stato di paura, infatti, l’opinione pubblica si sente disorientata, smarrita, come il prigioniero vittima di tortura. La popolazione sotto la minaccia di pericolo o dopo un forte trauma, necessita di una guida in quanto ha “perso la bussola”, si sente paralizzata dal terrore al punto da accettare qualunque proposta o intervento venga dall’alto. Il “capitalismo dei disastri” sfrutta pertanto momenti di shock quali golpe, attacchi terroristici, crollo dei mercati, disastri naturali, guerra, che gettano la popolazione in uno stato di shock collettivo, per spingere i cittadini ad accettare manovre impopolari che in una condizione normale non tollererebbero. Sull’onda dell’emotività di eventi tragici che coinvolgono la mente e la “pancia” dell’opinione pubblica, si possono introdurre provvedimenti che sarebbero stati inimmaginabili in un clima sociale sereno. Qualche volta può servire persino “una spinta”, una provocazione, affinché una tragedia avvenga o si palesi una minaccia, da cui le false flags o le azioni di infiltrazione. Come ha spiegato Zbigniew Brzezinski, per ottenere il consenso dell’opinione pubblica e addirittura una mobilitazione generale e l’accettazione di gravi sacrifici, l’unico modo è che si palesi una «minaccia estrema e globale». Soltanto la percezione di un pericolo esterno, immediato e diffuso può compattare la popolazione e spingerla ad accettare sacrifici altrimenti impensabili. Non è però necessario che tale minaccia sia effettivamente reale o che la sua genesi − qualora effettivamente si manifesti − sia avvenuta nel modo in cui verrà divulgato alle masse. Una minaccia esterna può nascere infatti in seguito a ripetute azioni messe deliberatamente in atto per infastidire e spingere alla reazione chi o cosa si è deciso di far diventare il nemico di turno. La reazione verrà poi strumentalizzata come casus belli di fronte all’opinione pubblica per giustificare interventi di diversa natura, financo la guerra.

La crisi dell’Occidente, ormai è resa evidente dal declino americano verificatosi nell’ultimo decennio. L’Occidente è stato dilaniato dal suo interno nichilismo, dalla progressiva decadenza dei suoi valori etici e culturali, che conferivano senso alla vita degli individui e dei popoli. L’Occidente ha affermato il suo primato nel mondo in virtù della sua superiorità tecnologica e militare. Gennaro Scala afferma in un suo saggio: “Il divario tecnico di cui ha goduto l’occidente è praticamente superato, e nel prossimo scontro vinceranno le società più compatte che sapranno realizzare forme di inclusione del popolo, che sapranno trovare un popolo disposto e capace di difendere la propria nazione”. Ci si chiede, come potrà opporsi l’Occidente alla sua dissoluzione rappresentata dalla ascesa di potenze mondiali emergenti sulla scena mondiale?

Se continua così, non potrà. Credo che il processo sia irreversibile. O l’inversione dei valori e il controllo sociale sfoceranno in una distopia sul modello immaginato da Orwell o Huxley, oppure si chiuderà un ciclo e se ne aprirà un altro. Lo scontro mondiale tra sistemi e culture diversi sotto i colpi della globalizzazione (delle merci e delle menti) avviene principalmente su un piano simbolico in quanto si tratta, citando Baudrillard di «un annichilimento fisico e mentale, una carnevalizzazione universale che l’Occidente impone […] a tutte le singolarità che gli resistono». La modernità ha assunto il carattere anche goliardico delle feste carnevalesche, in cui il riso, i giochi e la sovversione dei ruoli prevalgono per alcune ore o giorni come una “sospensione” delle regole tradizionali: domina l’elemento parodistico e addirittura sacrilego, il carattere licenzioso e il tema della sovversione temporanea. La postmodernità è andata oltre assorbendo gli antichi culti e rendendoli di fatto “quotidiani”. Questo genere di ribaltamento, o meglio di annullamento della distanza di cui parlava già Baudrillard, servirebbe quindi per canalizzare le pulsioni più basse del volgo ed evitare che esse esplodano in una qualche forma di disordine generalizzato. Se una volta queste pulsioni erano relegate a feste cicliche dai connotati carnevaleschi, oggi stanno progressivamente dando vita a una forma di “carnevale perpetuo” in cui diventa lecito tutto ciò che è licenzioso e dai connotati grotteschi e parossistici. La modernità è diventata la parodia di tutto ciò che era “tradizione” con una sovversione dei ruoli che si sono imposti alla società come forma di libertà ed emancipazione. Una comunità che viva in questo stato non può che toccare il fondo e dissolversi… bisogna capire quando raggiungerà il punto di non ritorno.

Al declino dell’Europa e della superpotenza americana, fa riscontro l’affermarsi di un mondo multipolare costituito da potenze continentali emergenti quali la Russia e la Cina. La Russia è tornata protagonista nella geopolitica mondiale, ma Putin non ha creato una ideologia sua propria. La Cina conduce una politica economica espansionista a livello globale e persegue strategie neocoloniali in Africa. La contrapposizione con gli USA è di natura geopolitica, ma nessuna delle potenze emergenti rappresenta un modello alternativo al capitalismo globale. Anzi, la Cina non costituisce invece la realizzazione compiuta della natura oligarchica del capitalismo, di un sistema cioè liberista / dirigista in economia, e contemporaneamente centralista / totalitario in politica? 

Sì e proprio per questo, forse, assisteremo, come già immaginato dagli analisti del Club di Roma in 2052. Scenari globali per i prossimi quarant’anni a un “passaggio di consegne”. La Cina negli ultimi anni si sta accaparrando le risorse naturali, dall’energia ai minerali, dalle foreste alle derrate agricole, insidiando così le zone d’influenza che appartenevano all’Occidente. Nell’espansionismo cinese c’è infatti l’impronta di una nuova classe dirigente, tecnocratica e pragmatica, silenziosa e lungimirante. Il destino della Cina sembra quindi sfuggire allo storico braccio di ferro di Washington e Mosca. La Cina, infatti, non è solo il maggior creditore degli USA, ma nel breve tempo di un decennio si è contraddistinta per l’assalto alle roccaforti del capitalismo statunitense e per una nuova forma di colonizzazione africana. Ultimo, ma non per importanza ha il quadruplo della popolazione americana, una forza militare in aumento, una classe dirigente che rigetta i “valori” delle democrazie occidentali… È probabile che la Cina diventerà sarà il leader mondiale superando in tal mondo i due blocchi storici che competono per la supremazia globale.

RECENSIONE DI MAURO SCACCHI PER CRONACA QUI (prima edizione di Governo Globale)

La globalizzazione ha dischiuso scenari un tempo inimmaginabili. L’idea che vi siano una o più cabine di regia a pilotare i rapporti sociali, finanziari e culturali a livello mondiale è sempre più confermata dai mezzi d’informazione. Evitando complottismi di bassa lega, “Governo Globale” (Arianna, 2013) indaga con metodo scientifico l’evoluzione dell’ideologia mondialista fino ai nostri giorni; presentato il mese scorso al Pacific Hotel Fortino grazie alla libreria Fenice, questa sera alle 18,30 sarà di nuovo motivo d’incontro presso la libreria Arethusa di Torino. Enrica Perucchietti (torinese, giornalista e saggista ‒ “L’altra faccia di Obama”, 2011 e “Il Fattore Oz”, 2012, ospite fissa della trasmissione Mistero su Italia1) e Gianluca Marletta (romano, professore di lettere, studioso di antropologia e scrittore ‒ “Extraterrestri” e “Quando accadranno queste cose?”, entrambi 2011) compiono una disamina che, partendo da ambienti anglosassoni, giunge a considerare gli elementi necessari al controllo di massa: mezzi di produzione, creazione del debito, conquistare l’immaginario delle persone, distruggere le grandi identità culturali e religiose, uso di mezzi militari. “La storia segreta del Nuovo Ordine Mondiale”, il sottotitolo, richiama un sistema di governance ignorato dai più ma già enunciato dalla voce di noti uomini pubblici (Napolitano, Sarkozy, Ratzinger). Le tappe del Nwo (New world order) coincidono con la nascita delle mode, il cavalcare la crisi, la creazione di organismi sovranazionali dietro cui operano dinastie bancarie, l’esistenza di gruppi, anche settari, in grado di orientare le scelte della popolazione. La Primavera Araba, gli Indignados e Occupy Wall Street non sono fenomeni spontanei. La guerra al terrorismo nasconde interessi lobbistici. La Russia, che ha recuperato una sua identità, pare sfuggire al Nwo; la Cina detiene il debito degli Usa e quindi ne è, in certo senso, proprietaria. Chi è schiavo di chi? Un volume che aiuta ad aprire gli occhi.

Mauro Scacchi

INTERVISTA DI UMBERTO VISANI (sulla prima edizione di Governo Globale)

di Umberto Visani.

http://ildemocratico.com/2012/12/04/new-world-order-intervista-a-enrica-perucchietti-e-gianluca-marletta/

http://ildemocratico.com/2012/12/04/new-world-order-dai-microchip-sottocutanei-a-wikileaks-intervista-a-enrica-perucchietti-e-gianluca-marletta-part-2/

Nuovo Ordine Mondiale: i media ne parlano da tempo, molto spesso in un’ottica però totalmente fuorviante, che ha fatto sì che la tematica venga di sovente associata a becero cospirazionismo quando, al contrario, sono gli stessi “optimates” del mondo moderno e coloro che ne tirano le fila a parlarne e, cosa ben più rilevante, a condurre verso tale nuova realtà le masse ignare.

In tal senso, l’uscita il prossimo marzo del saggio “Governo Globale”, scritto a quattro mani dalla Dott.ssa Enrica Perucchietti – giornalista e scrittrice – e dal professor Gianluca Marletta – anch’egli scrittore nonché professore di italiano presso un istituto superiore di Roma – rappresenta un’opera egregia, dal momento che analizza la tematica con estrema precisione e chiarezza, fornendo al lettore un quadro estremamente preciso e circostanziato dell’operato dei “padroni del mondo”.

 

1) Dottoressa Perucchietti e Professor Marletta, cosa vi ha avvicinati al tema del Nuovo Ordine Mondiale?
Ci occupiamo da anni di argomenti che vanno dall’antropologia culturale alla storia delle religioni, dall’attualità ai “miti” presenti nella moderna cultura di massa, e il tema del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale è certamente uno dei più controversi e dibattuti al giorno d’oggi.

Per questo motivo è nato il progetto editoriale culminato nella realizzazione del nostro ultimo saggio: “GOVERNO GLOBALE. La storia segreta del Nuovo Ordine Mondiale”; che sarà in libreria per Arianna Editrice a partire dal febbraio 2013.

La nostra intenzione era quella di affrontare l’argomento del Nuovo Ordine Mondiale a partire da un corretto utilizzo delle fonti e delle testimonianze storiche e d’attualità, liberando questo tema da quell’aura di “leggenda metropolitana” in cui è stato spesso (e a torto) relegato fino al giorno d’oggi.

2) A giudizio di alcuni, il nuovo ordine mondiale sarebbe un qualcosa di necessario e indispensabile. Come mai? Quali i veri scopi di detto nuovo ordine mondiale?
Facciamo una debita distinzione. Vivendo in un mondo globalizzato è evidente che il problema di come poter gestire la politica e la convivenza mondiali non può non essere considerato come un tema attuale e persino urgente. Tuttavia, quando si parla di Nuovo Ordine Mondiale (in questo caso con la maiuscola) si indica, molto concretamente, quel progetto -ormai in avanzata fase di realizzazione- che persegue la realizzazione di un Governo Globale, e che è caldeggiato e gestito da Gruppi di Potere e da lobby filo-occidentali. La stessa espressione New Wold Order (N.W.O.) nasce in ambiente anglo-americano ed indica una precisa ideologia, che potremmo definire “mondialista”, la cui gestazione ideologica è durata alcuni secoli: un’ideologia che, dall’Inghilterra imperiale, si è trasferita agli Stati Uniti d’America.

Il progetto del N.W.O. si realizzato da una parte attraverso un’azione di costante condizionamento dell’opinione pubblica (diffusione di idee, mode, atteggiamenti, “stati di spirito” finalizzati alla creazione di un tipo d’uomo che potremmo definire nuovo e globalizzato, ovvero “privo di radici” culturali e spirituali forti e socialmente “nomade” e disorientato), dall’altra, attraverso un’azione politica e anche militare finalizzata ad eliminare tutti quegli ostacoli concreti che possono “frapporsi” alla realizzazione del Governo Globale (rivoluzioni “indotte”, guerre giustificate da fini “umanitari” o “difensivi” e persino “crisi globali” d’ogni tipo, più o meno indotte o comunque amplificate). E qui, si badi bene, non si sta parlando di illazioni da “complottista”, ma di operazioni e progetti ben documentati, benché normalmente misconosciuti dal grande pubblico. Sul nostro libro potrete trovare innumerevoli esempi di queste “particolarissime politiche” che costellano la storia soprattutto degli ultimi decenni…

3) L’idea di creare un Nuovo Ordine Mondiale come è nata? Come mai, a giudizio di alcuni, esso sarebbe persino necessario?

L’idea di Nuovo Ordine Mondiale ha radici antiche e complesse. Tenendoci fuori dalle indimostrabili teorie di alcuni cospirazionisti, si può affermare con certezza che le prime rappresentazioni utopistiche di un Governo Globale risalgano all’ambiente protestante, soprattutto britannico, almeno a partire dal Regno di Elisabetta I.

In realtà, contrariamente a quel che si immagina, l’ideologia mondialista ha radici in primo luogo teologiche: si trattava cioè, per il Mondo Riformato, di affermare un progetto di “novus ordo” da contrapporre al “vetus ordo” medievale i cui pilastri erano stati la Chiesa Cattolica e il Sacro Romano Impero. Nei secoli successivi, questa corrente ideologica d’origine protestante si incontra e si fonde con correnti analoghe: l’ideale massonico di res-pubblica universale (e la Massoneria, nella sua forma moderna, nasce in Inghilterra sempre ad opera di Pastori anglicani e calvinisti); l’ideale apocalittico e messianico dei Puritani, che creeranno quella nuova “terra promessa” che sono gli Stati Uniti d’America; certe correnti eterodosse presenti all’interno dell’Ebraismo; alcune correnti occultiste presenti sia dentro che fuori dal mondo massonico.

L’ideologia mondialista affermatasi in Occidente è, dunque, il risultato di un vero e proprio mosaico di suggestioni culturali e spirituali che trovano, tuttavia, un punto d’incontro nella convinzione “messianica” che la storia del mondo sia prossima all’avvento di una Nuova Era, in cui le vecchie identità culturali, religiose e politiche saranno cancellate per far posto ad un “mondo nuovo” governato da una elitè di “eletti” o “illuminati”, con un governo, una cultura e persino una “religiosità” omogenee da imporre a tutti i popoli.

D’altronde, è evidente, su di un piano più concreto, come questa “ideologia” abbia anche l’indubbio vantaggio di sposarsi a meraviglia con le aspirazioni e le esigenze globalizzanti ed egemonizzanti della grande finanza internazionale: ragion per cui, nel progetto del Nuovo Ordine Mondiale, ragioni “ideologiche” e interessi economici sembrano spesso perfettamente coincidere.

4) Chi tira le fila per la creazione di un nuovo ordine mondiale?

Sgombriamo subito il campo da un diffuso equivoco: non è possibile, se non sul piano della pura speculazione, immaginare l’esistenza di una “cupola” mondialista che governi, al pari di una Spectre globale, gli eventi che si susseguono da decenni nel mondo. Quantomeno, quest’immagine così cara ai complottisti non è dimostrabile in ultima istanza attraverso i documenti storici.

Possiamo invece affermare con certezza che esistono numerosi centri di potere che operano per indirizzare verso certi obiettivi la politica mondiale; e che tali poteri – di origine diversa – sembrano convergere verso un sempre più comune progetto di Nuovo Ordine Mondiale. Da questo punto di vista, esistono anche poteri “visibili” e poteri “invisibili”, e non è affatto detto che quelli più identificabili siano per forza maggiormente influenti rispetto a quelli che rimangono completamente occulti (anzi!).

Alla scoperta di questi poteri più o meno visibili (alcune grandi dinastie economiche, certe istituzioni internazionali, alcune lobby e logge, persino certi movimenti para-religiosi) è dedicato un intero capitolo del nostro libro.

Altrettanto interessante, a nostro parere, è anche conoscere l’identità di quelle forze –politiche, culturali e spirituali- che, nonostante tutto, continuano ancor oggi ad opporsi al progetto mondialista proposto dai Poteri Forti occidentali: su tutte, la Russia ortodossa uscita dal post-comunismo. Ma anche per questo tema rimandiamo al nostro libro.

5) Viviamo in un periodo di crisi fortissima: anch’essa è legata al Nuovo Ordine Mondiale? Ne rappresenta uno step all’interno di un piano ben preciso?

Facciamo rispondere a David Rockefeller, che nel 1994, di fronte alla “United Nations Business Council”, affermava: «Siamo sulla soglia di una mutazione globale. Ci manca soltanto una cosa: una crisi rilevante, e le nazioni accetteranno il Nuovo Ordine Mondiale»…e da quel non lontanissimo 1994, di “crisi globali da risolvere con un potere globale”, come auspica qualcuno, il mondo ne ha conosciute ben più di una!

Naturalmente, non c’è bisogno di immaginare che le “crisi” vengano tutte “create a tavolino” (anche se, in qualche singolo caso, si potrebbe ragionevolmente pensarlo); basta approfittare dell’occasione e lavorare per ingigantire ed esacerbare le crisi stesse. La crisi, a sua volta, crea quella provvidenziale “insicurezza” che spinge automaticamente le masse a “richiedere l’ombrello” di un potere forte e magari sovranazionale.

Sono meccanismi ben noti. Anche il nostro attuale premier Monti, in un noto discorso televisivo poco prima di essere scelto come Presidente del Consiglio, affermava con imbarazzante franchezza che: «…non dobbiamo sorprenderci che anche l’Europa abbia bisogno di crisi – e di gravi crisi- per andare fare passi avanti… I cittadini di una comunità nazionale sono disposti a ‘cessioni di sovranità’ solo di fronte a crisi conclamate!».

Le principali crisi globali di questi ultimi anni sono state: il cosiddetto terrorismo internazionale, l’emergenza climatica e, dulcis in fundo, l’attuale crisi economica. Ora, è ampiamente documentabile come in tutte e tre queste crisi l’azione dei Poteri Forti mondialisti sia stata determinante allo scopo sia di generarle che di ingigantirle (sia attraverso l’azione diretta, che attraverso la manipolazione dell’informazione in chiave catastrofistica).

6) Sempre più spesso si parla di microchip sottocutanei, a volte senza cognizione di causa. Si tratta di una tematica reale oppure no, o quantomeno viene sovrarappresentata?

Questa, purtroppo non è la solita bufala. Obama ha chiarito che renderà obbligatorio nel corso del 2013 l’inserimento del microchip sottocutaneo in tutta la popolazione americana. L’obiettivo è di creare un registro nazionale di identificazione che permetterà di “seguire meglio i pazienti avendo a disposizione tutte le informazioni relative alla loro salute”. Il nuovo progetto relativo alla salute (HR 3200) è stato adottato recentemente dal Congresso e alla pagina 1001, contiene l’indispensabile necessità per tutti i cittadini che usufruiscono del sistema sanitario di essere identificati con un microchip, il cui prototipo definitivo è allo studio della FDA (Food and Drug Administration) dal 2004.
Non solo molti volontari si sono già sottoposti a somministrazione di chip sottocutaneo (VERICHIP), ma l’azienda leader nel settore della bioingegneria, la SOMARK, un tatuaggio basato sulla tecnologia RFID con numeri e codici a barre che dovrebbero sostituire il chip ed essere inseriti sulla mano destra e sulla fronte. Il tatuaggio della SOMARK– testato a partire dal 2007 sui ratti – rimane invisibile ma leggibile attraverso una strumentazione specifica. L’applicazione avviene in meno di tre secondi e non reca problemi alla pelle. Con esso, così come con il VERICHIP1, la popolazione potrà essere controllata in ogni suo movimento. Chip e tatuaggio possono contenere infatti dati personali, cartella clinica, coordinate bancarie, etc. oltre a un dispositivo di localizzazione GPS.

7) Negli ultimi anni è esploso il caso Wikileaks: per quale ragione Julian Assange ha reso pubblici certi documenti?
Non possiamo dire “perchè” ma notare le anomalie della biografia di Assange. Se alcuni ricercatori, tra cui Daniel Estulin e Webster Tarpley hanno additato Assange come un “burattino” della CIA, ciò che ci ha più colpito nella nostra inchiesta è stata l’infanzia di Assange.

  1. Dall’eta di 9 anni, infatti, Assange fu costretto dal patrigno a vivere nella setta The Family di Anne Hamilton-Byrne, un’occultista di credo neonazista che sottoponeva i giovani membri del suo gruppo a tecniche di manipolazione mentale in stampo Mk-Ultra alternate a dure sessioni di meditazione. Non a caso il compagno della Hamilton Byrne riceveva ingenti finanziamenti dalla CIA e vantava legami con l’Istituto Tavistok.

La sua permanenza nella setta è stata raccontata dallo stesso Assange. Non è un caso che non esistano dati certi sulla sua infanzia dai 9 ai 18 anni (età in cui si sposa e ha un figlio). Non è neppure un caso che Julian non sia stato in grado di scrivere la sua autobiografia nonostante la proposta milionaria che gli era stata fatta. Troppe lacune o forse troppe ferite da nascondere.

Una delle caratteristiche della setta The Family è che ai bambini venivano tinti i capelli di platino e tagliati a caschetto. Perucchietti ha trovato delle foto di Assange a 8 anni, prima cioè di entrare nella setta, in cui compare con il colore di capelli naturali, castano chiaro, e le foto di Julian quando era un membro della setta con il tipico caschetto color platino che tiene tuttora…

Quando Estulin e Tarpley indicano in Assange una possibile pedina della CIA possiamo davvero ipotizzare che sia stato “programmato” o semplicemente educato a diventare ciò che è diventato, in perfetto stile Mk-Ultra.

8) Il Medio Oriente è una zona caldissima, oggetto di numerosi interventi militari: a quale scopo?
Il Medioriente ha lo strano destino di essere, al contempo, la porta strategica tra Europa e Asia, il più grande deposito petrolifero al mondo e, non ultimo, il centro delle attese apocalittiche e messianiche delle tre religioni abraminiche.

Questi interessi si fondono indissolubilmente e influenzano insieme la politica mondiale. Sarebbe decisamente ingenuo, ad esempio, immaginare che le missioni militari occidentali in Medio Oriente siano state motivate solo dalla “fame di petrolio” (che poteva sicuramente essere “placata” in maniera più diplomatica e molto meno dispendiosa); ed è impossibile capire la politica mediorientale e mondiale ignorando, ad esempio, l’enorme sostegno (sia in termini economici che di consenso) che le ricche e potenti sette protestanti americane di tipo apocalittico offrono continuamente allo Stato d’Israele…

La novità più recente –e in prospettiva più drammatica- è l’ingresso anche della nuova Russia di Putin nel “grande gioco” mediorientale, in totale antitesi alle forze occidentali. Si tratta, con evidenza, di un confronto epocale dal quale non dipende solo il futuro del Medioriente , ma del mondo e sul quale, pertanto, si concentrano anche le attenzioni dei fautori del Nuovo Ordine Mondiale. Solo il futuro potrà dirci quale sarà l’esito di questa nuova sfida globale che vede da una parte Siria e Iran (con l’appoggio della Russia) difendersi da una “sorprendente” coalizione che vede in campo l’Occidente, fianco a fianco con le monarchie fondamentaliste del Golfo Persico, Israele e gli estremisti jihadisti dell’improbabile Al-Qaida.

È proprio il caso di dire: chi vivrà, vedrà…

9) Ripensando alla questione dei microchip, esso verrà impiantato sulla mano destro o sulla fronte, in ciò richiamando l’Apocalisse di Giovanni: semplice casualità o qualcosa di differente?

Per quanto riguarda il chip (e in particolare il tatuaggio sottocutaneo della SOMARK) il posto scelto (appunto mano destra e fronte) ha suscitato ovviamente le ansie di molti cristiani che lo hanno ricondotto al celebre passo dell’Apocalisse di Giovanni (13:16-17): «[la Bestia] faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome».

Dobbiamo comunque ricordare che i toni apocalittici non appartengono solo ai cosiddetti “complottisti”, ma rientrano innanzitutto nella dottrina degli architetti del NWO che, come ampiamente dimostrato nella prima parte del nostro saggio, attendono la seconda venuta di Cristo o meglio l’arrivo del Messia (qualunque esso sia nella loro accezione). Ora, affinché ciò avvenga, si devono avverare le profezie contenute nei testi biblici: deve cioè compiersi un evento apocalittico come previsto da Giovanni. Per preparare questo “avvento” si devono anche compiere i “segni” indicati dall’Apocalisse.

10) Gheddafi, Bin Laden: sono realmente morti e, soprattutto, secondo le modalità raccontateci dai media? E perché tanto mistero sulla morte di quest’ultimo?

Sulla morte di Gheddafi sono circolate alcune voci in merito alla possibile uccisione di una guardia del corpo al suo, ma le prove bastano a chiarire la vicenda, sebbene sollevino dei dubbi. Nelle ore successive alla notizia della morte del Colonnello, infatti, alcuni siti stranieri hanno ribattuto la notizia che a essere stato ucciso dai giovani ribelli non sarebbe stato il raiss ma uno dei suoi 12 sosia, il più famoso: Ahmid. A sostegno di ciò le foto del presunto cadavere di Gheddafi che sembrerebbe appartenere a un uomo molto più giovane, senza cicatrici e con un naso diverso.

Su Osama bin Laden, invece, le prove che dimostrerebbero che si sia trattato di un false flag per distrarre l’attenzione pubblica dalla spinosa questione del certificato di nascita e per far risalire un appannato Obama nei sondaggi, sono numerose.

La versione ufficiale del Pentagono sostiene che lo Sceicco sia stato la mente di numerosi attentati, compresi quelli dell’11 settembre, e che solo dopo dieci anni di ricerche sia stato individuato in Pakistan e ucciso dai Navy Seals. Poi ci sono le versioni più o meno attendibili di premier, servizi segreti, informatori, giornalisti freelance che rivelano un’altra verità e che noi abbiamo documentato in modo approfondito, dedicando al mistero della morte di Bin Laden un intero capitolo.

Certa infine, la malattia degenerativa dello Sceicco: nel 2001, proprio alla vigilia degli attentati, era stato ricoverato in una clinica in Pakistan per farsi curare ed era stato sottoposto a dialisi. A riferirlo nel 2002 era stata la CBS citando fonti dell’intelligence pakistana secondo le quali il leader di Al Qaeda si sarebbe trovato nell’ospedale militare di Rawalpindi la notte tra il 10 e l’11 settembre 2001. In questo senso il Presidente Pervez Musharraf si sarebbe detto convinto della morte di Bin Laden per problemi renali. Anche la CBS all’inizio del 2002, nei reportages di Jim Stewart, aveva raccolto e divulgato alcune testimonianze riguardo al ferimento di bin Laden durante gli attacchi di Tora Bora, cui sarebbe seguita la morte.

Numerosi specialisti si sono infine dichiarati certi che Bin Laden soffrisse della Malattia di Marfan. Dal momento del ricovero sembra infatti che non avesse potuto più fare a meno dei macchinari per la dialisi, di cui, però, non c’è traccia nel compound ad Abbottabad. Dalla ricostruzione dei Navy Seals e dalle poche medicine trovate poteva al massimo avere problemi di stomaco, forse ulcera e pressione alta, ma niente di cronico o di preoccupante. Il che contrasta con le informazione che avevamo certe su Bin Laden.

11) Su alcune pubblicazioni si legge che che la massoneria avrebbe un ruolo ben preciso per la creazione del NWO. Qual è la vostra opinione in merito?

“LA” Massoneria (intesa come sistema di potere unitario e monolitico) è un’invenzione della fantasia cospirazioni sta; se non altro, perché esistono innumerevoli “massonerie” spesso ferocemente in lotta fra loro. E’ corretto invece affermare che l’idea moderna di un Nuovo Ordine Mondiale abbia tratto la sua linfa vitale anche dall’ambiente massonico.

Alle origini della massoneria moderna (germogliata nel mondo anglosassone tra XVII e XVIII secolo, dai “residui psichici” delle antiche Corporazioni muratorie) e al suo influsso sull’ideologia “mondialista” dedichiamo un intero capitolo del nostro libro.

12) Si è fatta menzione della famiglia Rockefeller: quali progetti avrebbero?

Come scriveva già negli anni ’30 il cronista americano Walter Cronkite: I Rockefeller sono la personificazione del Potere permanente della nazione; i governi cambiano, l’economia fluttua, le alleanze si spostano, i Rockefeller restano. Più chiaro di così…

Naturalmente, i Rockefeller non sono l’unica “dinastia mondialista” esistente in Occidente (bisognerebbe parlare anche di famiglie come quella dei Rothschild, dei Warburg, ecc.), ma essi sono, sicuramente, una delle “punte dell’iceberg” del mondialismo. Non tutti sanno, ad esempio, che i Rockefeller si sono assiduamente distinti nella diffusione della cultura della droga, dell’ideologia denatalista, dell’aborto, e persino nell’avvento della cosiddetta “rivoluzione sessuale” e nella diffusione popolare della pornografia. Al tempo stesso, la Fondazione Rockefeller ha gestito per decenni alcuni dei più influenti think-tanks del mondo politico americana, sia “di destra” che “di sinistra”. Anche in questo caso, crediamo che i nostri lettori rimarranno più che sorpresi…

13) Vi sono altre novità di cui vorreste parlare?

Forse anche troppe… Potremmo parlare della genesi di alcune fra le più diffuse e vincenti “mode culturali” degli ultimi 50 anni; dei finanziatori (neanche troppo occulti) delle varie rivoluzioni verdi o arancioni che hanno scosso il Medio Oriente e l’ex-Unione Sovietica; della vera e propria guerra geopolitica e culturale che i Poteri mondialisti hanno scagliato contro la Russia; dei rapporti ambigui e a tratti paradossali tra NWO e gerarchie vaticane; dei molti “strani omicidi” e delle “stragi inspiegabili” che costellano la cronaca internazionale degli ultimi decenni. Tuttavia, per essere sufficientemente esaurienti, bisognerebbe …scrivere un libro!

Ed è per questo che diamo appuntamento ai nostri lettori in libreria, dove dal marzo 2013 potranno trovare il nostro saggio.

1VeriChip è l’unico chip RFID approvato dalla Food and Drug Administration che può essere impiantato sulle persone. Commercializzato dalla PositiveID (ex VeriChip corporation) sussidiaria della Digital Angel, Inc. ha ottenuto l’approvazione nel 2004. Possibili applicazioni del Verichip riguardano il controllo di detenuti in libertà vigilata, pazienti psichiatrici, immigrati clandestini, cittadini senza fissa dimora.



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