UNISEX - EDIZIONE AGGIORNATA E AMPLIATA
L'unica inchiesta sull'Ideologia Gender
e
le lobby gay mai pubblicata.
La guerra dei poteri forti contro i sessi:
finanziamenti, poteri occulti, promozione della pedofilia e transumanesimo.
L'ultima tappa verso
il
Nuovo Ordine Mondiale.
L’attacco alla sessualità, nei suoi generi maschile e femminile, rappresenta oggi il più sconcertante tentativo di manipolazione dell’essere umano, mai tentato nella storia.
Promossa grazie all’imponente contributo economico e politico delle più potenti lobby mondialiste dell’Occidente, questa vera e propria “mutazione antropologica” viene oggi imposta attraverso i media, la cultura, la scuola, lo spettacolo e le legislazioni.
In questo saggio, gli autori ricostruiscono le tappe di questo processo senza precedenti: dalle origini dell’Ideologia di Genere all’omosessualismo militante, dal progressivo sdoganamento della pedofilia all’invenzione del “sesso X”.
Un percorso che ha, come fine evidente, la creazione di un uomo nuovo “senza identità”, cittadino modello del Nuovo Ordine Mondiale.
Premessa
Prefazione
- Propaganda omosessuale e multinazionali degli OGM e della nascita in provetta
- Dagli OGM all’inseminazione artificiale
- Dalla procreazione naturale, frutto dell’incontro tra polarità femminile e polarità maschile, alla “rivoluzione culturale della famiglia omosessuale”
- Da creatori sessualmente attivi della biodiversità umana a ibride entità geneticamente modificate e incapaci di riprodursi
- Dai semi OGM all’uomo OGM
Introduzione
- L’uomo a una dimensione.
Il regime liberale e la palinodia del politicamente corretto
Capitolo 1 - Manipolare l’uomo: il “sogno” dei “Poteri Forti”
1.1. Verso una nuova sessualità
1.2. Le grandi oligarchie economiche a sostegno dell’ideologia gender
1.3. I poteri politici a sostegno dell’ideologia gender
1.4. Cui prodest? Perché i Poteri Forti ci vogliono gender?
Capitolo 2 - Storia dell’ideologia di genere
2.1. Dalla “rivoluzione sessuale” alla nascita del gender
2.2. John Money e l’invenzione del gender
2.3. Il caso di David/Brenda Reimer
2.4. Il termine “genere” finisce all’ONU
2.5. Il ruolo dell’ONU secondo Schooyans
Capitolo 3 - Ideologia gender e “omosessualismo”
3.1. La guerra contro gli psichiatri e la cancellazione dell’omosessualità dal manuale diagnostico
3.2. Strategie di “propaganda gay” verso le masse: desensibilizzazione, bloccaggio, conversione
3.3. Il termine “omofobia” e la criminalizzazione del dissenso
3.4. La “guerra fredda del gender” contro la Russia
Capitolo 4 - Come convertire le masse (e soprattutto i giovani) all’ideologia gender
4.1. Mass-media e “star” in campo per la manipolazione
4.2. Il fenomeno Lady Gaga
4.3. Dall’estetica dandy alla pandroginia
4.4. Alain Delon scandalizza la Francia
4.5. La gay economy
4.6. Lo scandalo Barilla
4.7. Diventare gender sui banchi di scuola
4.8. Quando dire “mamma e papà” è discriminazione; la neolingua gender
4.9. Dall’asilo per “bambini neutri” allo “scandalo” dell’ovetto Kinder
Capitolo 5 - Ideologia gender e pedofilia
5.1. Gli ambigui rapporti tra movimento omosessualista e pedofilia
5.2. Per i Radicali la pedofilia è un “orientamento sessuale”
5.3. Dalle modelle bambine alle bambole per pedofili
5.4. Verso lo sdoganamento “ufficiale” della pedofilia?
Capitolo 6 - Verso il transumanesimo
6.1. Il “mistico sogno” di oltraggiare la Natura
6.2. Un Frankenstein sessuale: l’invenzione del “sesso X”
6.3. Dall’eugenetica all’estinzione della sessualità
6.4. Platone: l’amore come “mancanza”
6.5. Un mezzo per il controllo della popolazione
6.6. Il business della fecondazione assistita
6.7. Verso l’uomo artificiale
RASSEGNA STAMPA
da:
http://www.lospiffero.com/cronache-marxiane/ideologia-unisex-17782.html
di Diego Fusaro
Per una volta, anziché commentare il fatto della settimana, vorrei segnalare un libro che merita di essere letto: non necessariamente sotto l’ombrellone, dato che si tratta di un testo impegnativo, che tocca temi di profonda attualità, peraltro di solito gestiti univocamente dal pensiero unico politicamente corretto e dalla fabbrica dei consensi. È lo splendido testo di Enrica Perucchetti e Gianluca Marletta, Unisex. La creazione dell’uomo “senza identità” (Arianna, Bologna 2014).
Tutti dovrebbero leggerlo, per chiarirsi le idee intorno a uno dei problemi del nostro presente che vengono puntualmente presentati dal clero giornalistico e dal circo mediatico, gestori unici del
“si dice” di heideggeriana memoria: l’orrida ideologia gender, in nome della quale non esisterebbero più maschi e femmine, ma un pulviscolo anonimo e senza nessi comunitari di individui
atomistici unisex. In accordo con l’ideologia gender (da qualche tempo insegnata anche nelle scuole), uomini e donne non esisterebbe per natura, ma sarebbero (sic!) un
prodotto sociale. Come ben argomentato da Enrica Perucchetti e Gianluca Marletta, si sta oggi diffondendo su scala planetaria l’immagine di un essere umano ibrido, manipolabile infinitamente,
puramente funzionale al rito del consumo e dello scambio di merci. A tal punto che sempre più spesso il semplice presupporre l’esistenza di sessi differenti viene visto come atteggiamento
discriminatorio.
“Omofobia” è l’etichetta in voga con cui si mette a tacere chi osa ancora pensare che esistano uomini e donne e che, pur essendo infiniti gli orientamenti sessuali, due soltanto siano i sessi
esistenti. Condannati come omofobici, infatti, non sono soltanto coloro che usano violenza (in questo caso, naturalmente, è giusta la piena condanna dei violenti, come del resto è giusto condannare e
punire ogni violenza), ma anche quanti pensano che, come poc’anzi dicevo, per natura i sessi esistenti siano due.
Come efficacemente mostrato da Perucchetti e Marletta, l’ideologia mondialista gender mira alla creazione e all’esportazione di un nuovo modello antropologico, pienamente funzionale al
capitalismo dilagante: l’individuo senza identità, isolato, infinitamente manipolabile, senza spessore culturale, puro prodotto delle strategie della manipolazione. L’ideologia mondialista
gender – appoggiata da tutti i poteri forti – fa ampio uso della “rielaborazione del linguaggio comune” (p. 24): non si può più dire sesso, ma solo genere; non si può più dire padre e madre,
ma genitore 1 e 2, ecc. Orwellianamente, la creazione della neolingua è funzionale alla desertificazione del pensiero e alla possibilità di immaginare realtà altre rispetto a quella propagandata urbi
et orbi dall’ordine simbolico dominante.
Il libro merita davvero di essere letto e meditato, discusso ed esplorato in tutte le sue pagine: è una vibrante e appassionata denuncia dell’ideologia mondialista gender; una denuncia che
si inscrive idealmente in una più ampia denuncia degli errori e degli orrori del capitalismo finanziario globalizzato.
La famiglia odierna, quando ancora esista, è disordinata e stratificata, priva di un nucleo e strutturata secondo le forme più eteroclite: dalle gravidanze affidate a una persona esterna alla coppia
alle adozioni nelle coppie omosessuali, dalle separazioni sempre crescenti all’inseminazione artificiale. Il fanatismo economico aspira a distruggere la famiglia, giacché essa – Aristotele
docet – costituisce la prima forma di comunità ed è la prova che suffraga l’essenza naturaliter comunitaria dell’uomo. Il capitale vuole vedere ovunque atomi di consumo, annientando
ogni forma di comunità solidale estranea al nesso mercantile. L’ideologia gender si inscrive appunto in questa dinamica.
da:
http://www.eurasia-rivista.org/unisex-la-creazione-delluomo-senza-identita/21797/
di Enrico Galoppini
Enrica Perucchietti, Gianluca Marletta, Unisex. La creazione dell’uomo “senza identità”, Arianna Editrice, Bologna 2014.
Scopo del presente libro è quello di avvertire il lettore del pericolo che incombe su tutti coloro che sono sottoposti alla propaganda, palese ed occulta, della
cosiddetta “ideologia di genere”.
Tale ideologia, di cui ci siamo già occupati sul fascicolo 2/2014 di questa stessa rivista dedicato a “La seconda Guerra fredda”, sotto il manto rassicurante del “rispetto” e della “libertà” mira a
La creazione dell’uomo “senza identità”, come recita il sottotitolo di Unisex, di Enrica Perucchietti e Gianluca Marletta (Arianna Edizioni, Bologna 2014).
I lettori di una rivista di geopolitica, e a maggior ragione gli addetti ai lavori, non devono sottovalutare il peso del fattore ideologico nella competizione tra grandi potenze. Se infatti è chiaro
a chiunque il ruolo svolto dalle ideologie otto-novecentesche come strumento per rinforzare il consenso interno e cooptare simpatie presso società nemiche da indebolire e sovvertire, forse non è
altrettanto evidente come l’ideologia “gender” si situi in un consolidato e nutrito filone, pur tuttavia con delle sue peculiarità in linea con lo “spirito dei tempi”.
Essa non si limita per l’appunto a fornire una mera arma propagandistica, ma viene utilizzata in maniera martellante contro le stesse popolazioni da cui sono emersi i teorici di questa visione del
mondo a rovescio, e successivamente contro quelle conquistate, per uno scopo mai dichiarato prima con siffatta spregiudicatezza: la manipolazione dell’uomo ad un punto tale da mandarlo in confusione
persino sul piano delle sue basi biologiche.
Come tutte le astruserie non basate sulla realtà immodificabile della Natura, si è di fronte – come riconoscono gli stessi autori – ad un tassello importante verso il tentativo di edificare la
“Grande utopia”, cioè il cosiddetto “Nuovo Ordine Mondiale”. Che di per sé non si significherebbe molto, senonché, alla luce della teoria e della prassi degli “ideologi del genere”, si può affermare
con cognizione di causa che l’obiettivo principe di tale “ordine” è “l’uomo nuovo”, completamente a-morfo (cap. 1).
Si potrebbe a ragione individuare nel “rivoluzionarismo”, nel desiderio di sovvertire l’ordine naturale delle cose, l’humus da cui trae origine questa propaganda che inonda in prima istanza le
popolazioni occidentali con i “diritti dei gay”, il “pansessualismo” ed altre assurdità che in epoche normali non sarebbero mai uscite dal recinto di chi era dedito al vizio e alla perdizione.
Ma quelle erano epoche nelle quali la religione non era uno strumento consolatorio ad uso e consumo della gestione di “crisi umanitarie”. Il che spiega l’odio esplicito dei teorici “gender” verso
tutte le “false religioni” e l’impegno profuso nella diffusione di un clima atto a far recepire una “Nuova Era” (della “tolleranza”, dell’amore universale” ecc.).
Partendo da quest’assunto (senza peraltro approfondire la portata distruttiva dell’odio antireligioso insito nella “ideologia di genere”), gli autori – che per onestà intellettuale si premurano
d’informare che essi non ce l’hanno con gli omosessuali, limitandosi invece a studiare il pensiero e l’azione degli “omosessualisti”, ovvero degli omosessuali militanti – proseguono la loro disamina
con una breve storia di questa corrente di pensiero (cap. 2), le cui radici non vanno disgiunte da quelle che hanno prodotto, tra le altre, la mala pianta della “droga libera”.
In prima fila, a sovvenzionare “scienziati” e “centri studi” (ci occuperemo in seguito dell’Istituto Tavistock, oggetto di uno studio di Daniel Estulin tradotto sempre per Arianna Editrice), troviamo
i veri potenti del capitalismo occidentale, organizzati in “fondazioni” che, assieme all’Onu, svolgono un ruolo capillare nella persuasione delle masse, progressivamente conquistate – quando non sono
sorrette da una visione del mondo saldamente tradizionale – a questo nuovo paradigma che mette in discussione le basi stesse dell’essere umano, della famiglia e della comunità.
Ideologia “gender” ed omosessualismo (cap. 3) sono strettamente correlati, ed è interessante notare come una certa “antipsichiatria” (per altri versi giusta e sacrosanta tanto è misera la concezione
dell’uomo dei moderni “strizzacervelli”) abbia avuto in vista lo sdoganamento dell’omosessualità quale “orientamento sessuale” al pari di quello cosiddetto “etero”.
Una volta fatto accettare un disturbo come normale, attraverso tre momenti distinti ma sovrapponibili (“desensibilizzazione” fino all’assuefazione del pubblico; “bloccaggio”: attribuzione d’ogni
difetto e nefandezza a chi, fermo su valori tradizionali, non accetta l’ideologia “gender”; “conversione” e conquista finale delle anime), si giunge – come sottolineano quasi ironicamente gli autori
(cap. 3) – ad una situazione rovesciata rispetto alla precedente: per l’“omofobo” dovrebbero così spalancarsi le porte delle galere e, perché no, dei manicomi, qualora venissero riaperti. Per ora
basti la “morte civile”, al pari del “razzista” o dell’“antisemita”.
L’interesse per il lettore di “Eurasia” di un libro come questo sta in ciò: che ogni competitore dell’Occidente è passibile dell’accusa di “omofobia”, col che si spiegano le campagne incessanti
contro la Russia e Putin, marchiati col bollo dell’infamia da alcune lobby adeguatamente sostenute da chi detiene il controllo della finanza e di un’economia sempre più monopolizzata (tanto per stare
in tema di “artificiosità”, si tratta degli stessi ambienti che premono per far adottare a tutto il mondo gli alimenti geneticamente modificati).
Il sospetto – più che fondato – espresso da Perucchietti e Marletta – è tuttavia che gli omosessualisti vengano per così dire usati, esattamente – aggiungiamo noi – come “gli ebrei” da parte degli
anglo-sionisti, per giungere ad un punto in cui – mentre saranno liberalizzate (in attesa che cambi la morale diffusa) altre perversioni come la pedofilia o la zoofilia – l’essere umano vorrà
trascendere se stesso in una parodia dell’autentica ascesi che va sotto il nome di “transumanesimo” (cap. 6).
Per questo gli autori mettono in guardia da un “illuministico” e “positivistico disincanto” da cui nascerebbe tutto ciò, che al contrario avrebbe un’essenziale connotazione “mistica” ed “esoterica”.
La liberazione dalla natura e dalle “catene biologiche” non poteva che essere postulata e perseguita da uno “pseudoesoterismo” che per adesso si avvale del contributo di “scienziati” e dispensatori
di salute e felicità in camice bianco, i quali insinuano l’idea che – alla luce delle “nuove tecniche di riproduzione” – la riproduzione stessa e l’atto sessuale vadano oramai separati.
Ciò sarebbe senz’altro il trionfo del pansessualismo e di Gaia (da cui, per inciso, “gay”, in quanto “l’amore omosessuale” sarebbe l’unico veramente “libero” e “gioioso”…).
Ecco perché in quest’inquietante congrega di ‘alchimisti’, tra cantanti e attori, scrittori e “intellettuali” (cap. 4), non potevano mancare coloro che – forti dell’usbergo fornitogli dal paravento
di “autorevoli istituzioni internazionali” – predicano la “decrescita” ed una drastica riduzione delle nascite.
Può essere quindi definito un caso il fatto che la “crisi” in cui le nazioni occidentali si dibattono da anni, a parte le oggettive difficoltà materiali, va traducendosi in disorientamento (anche
sessuale) ed ostacoli d’ogni tipo posti alla formazione di famiglie normali?
"IL FOGLIO", 31 gennaio 2014
Le ragioni di questo libro, scritto da Enrica Perucchietti e Gianluca Marletta per questa casa editrice, si possono desumere dalla cronaca (…). L’ultimo episodio – al momento di questa scrittura – si svolge presso il liceo Mamiani di Roma. Dopo le aspre polemiche sorte a Venezia, lo storico istituto capitolino – quello di “Porci con le ali”, il simbolo studentesco del Sessantotto nella capitale – abolisce le espressioni “padre” e “madre” dal libretto delle giustificazioni, per imporre le diciture “primo genitore” e “secondo genitore”. In questa crisi epocale del liberal-capitalismo, nel nostro paese la scuola italiana cade a pezzi, il degrado del principio dell’autorità pedagogica e della trasmissione del sapere non ha più freni e l’insegnamento è ridotto a una specie di presidio eroico contro (…); tuttavia il collegio dei docenti e la dirigente scolastica del liceo romano hanno come priorità quella di apporsi il fregio gay-friendly sul cappello frigio dell’individualismo e dell’atomismo sociale. A fare da apripista, era stato il comune di Bologna con i moduli di iscrizione alle scuole di vario grado, ma i media avevano già ampiamente banchettato, a partire dai rigatoni della Barilla.
Abbiamo atteso che si sviluppasse per intero la rettifica “correttiva” ad opera del “regime liberale del politicamente corretto” nei confronti di Guido Barilla, il presidente della multinazionale alimentare di Parma, reo di avere fatto “incautamente”, nel programma radiofonico “La Zanzara”, una semplice e apparentemente banale affermazione: “Sono per la famiglia tradizionale, non realizzerò mai uno spot con i gay”. Non che ci volessero doti oracolari, ma di fronte al lato autoritario e prescrittivo del presunto “liberalismo”, l’imprenditore della Barilla non poteva che percorrere tutto il percorso dell’autodafé fino alla completa palinodia. Ormai il linguaggio della correttezza ideologica è unificato: lo condividono le grandi maggioranze conformiste, è una seconda pelle della cultura occidentale. Dopo le pubbliche scuse, è arrivato il riorientamento fattivo del logo aziendale con tanto di “albo delle inclusioni” e istituzione del Diversity & Inclusion Board, composto da esperti esterni indipendenti che “aiuteranno” Barilla a stabilire obiettivi e strategie concrete per migliorare lo stato di diversità e uguaglianza tra il personale e nella cultura aziendale, quindi anche promozionale, in merito all’orientamento sessuale. E’ chiaro che la schizofrenia comportamentale del manager depone per la falsità all’origine o nella conclusione della storia. Alla coscienza dell’uomo e al giudizio dei lettori stabilire quali delle dichiarazioni da lui fatte rispondano ai suoi intimi convincimenti. Per quanto ci riguarda, era invece scontato che l’imprenditore si sarebbe adeguato e piegato all’utile: il profitto aderisce al modello sociale consumistico, strutturato sul conformismo. La famiglia del “Mulino Bianco”, quale feticcio reificato, spiega la scissione radicale nella coscienza dell’imprenditore: da un lato – per vendere i suoi biscotti – vorrebbe a colazione papà, mamma e prole; dall’altro, ha piena parte nella commedia del declino edonistico, che produce la disgregazione del principio naturale e antropologico della famiglia tradizionale. Barilla, insomma, poiché è un ingrediente dell’amalgama della modernità, se lo sono cucinato in pochi minuti: il tempo di cottura di mezzo chilo di fusilli. Anche in quest’ottica, destra e sinistra si rivelano pienamente interscambiabili: l’anticomunitaria e globalista “destra del mercato” detta le regole economico-finanziarie, mentre la “sinistra del costume” fissa i modelli e gli stili di vita funzionali alla riproduzione del sistema economico totalitario, in cui il “politicamente corretto” – che impone il regime culturale – non può sopportare la ragione naturale e il senso comune.
Nell’èra dell’egualitarismo coatto, ogni oppositore alle nozze omosessuali è naturaliter un omofobo, e chi cede il posto a sedere a una donna incinta è un sessista. Per finire nel registro degli indagati del “politicamente scorretto” non serve fare qualcosa di sbagliato, basta farselo venire in mente. Bisogna cioè vergognarsi di affermare in pubblica piazza ciò che è sancito dalla Costituzione repubblicana – anche per chi non la considera certo la “migliore del mondo” – per la quale la famiglia omosessuale semplicemente non esiste: c’è una sola famiglia, che è “una società naturale fondata sul matrimonio” (art. 29), finalizzata a “mantenere, istruire, educare i figli” (art. 30). Nessuna discriminazione, nessun incitamento all’odio e alla violenza riscontrabili come patologia sociale, ma grazie alla legge sull’omofobia dell’operoso Parlamento italiano, per sillogismo ipotetico, sarà un crimine la constatazione che la famiglia è fondata sul matrimonio tra uomo e donna. Si tratta di un articolo, relativo all’estensione all’omofobia e alla transfobia, a integrazione della legge Mancino del 1993, che condanna l’istigazione alla violenza per motivi religiosi, etnici e razziali con pene più severe rispetto all’articolo 61 del Codice penale sulle aggravanti comuni. Questo nuovo articolo stabilisce dunque le norme relative alle discriminazioni sull’identità sessuale, equiparando l’omosessualità al razzismo e considerando, di conseguenza, gli omosessuali una specie di “razza” a parte dell’umanità, da tutelare. Come se non fosse già sufficiente l’universale e autorevole articolo 3 della medesima Costituzione (riguardante il principio di uguaglianza formale e sostanziale), che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. La legge appena approvata, però, non si limita a questo; discrimina anche chi ha un parere diverso: potrebbe infliggere una condanna tanto a una mamma che suggerisse a sua figlia di non sposare un bisessuale, quanto a un padre che decidesse di non affittare una casa di proprietà al figlio perché sa che egli vuole andarci a vivere con il proprio compagno; oppure a chi, ad esempio, per motivi religiosi si attenesse alla parola della Bibbia: “Con un uomo non avrai rapporti come si hanno con una donna: è un abominio” (Levitico, 18,22). Lo scopo è molto semplice e non ha nulla a che vedere con il volere difendere i diritti individuali di omosessuali, transessuali e altri: si tratta di un passo avanti verso l’omologazione assoluta e irreversibile del pensiero unico e allineato, in cui pochi decidono come debbano pensare tutti, pena la galera.
In una società non omofoba si vuole imporre l’omofilia. L’uniformizzazione, la reificazione individualistica, la tirannia economica giungono all’esito ultimo dell’anodino edonistico, sottratto alla condizione naturale che caratterizza la differenza di genere. La sofisticazione distopica e suicida della civilizzazione plasma l’essere vivente come artificio desiderante, privo di identità ontologica. In Germania, è stato abolito l’obbligo di definire il sesso alla nascita, mentre tutta l’Europa dibatte sulla nuova definizione familiare: “genitore 1” e “genitore 2”. La Svezia, uno dei paesi più all’avanguardia per quanto riguarda la rivoluzione dell’egualitarismo dei sessi, sta approvando a livello anagrafico l’utilizzo di nomi neutri per i nascituri, in modo che non si creino problemi qualora un domani questi volessero cambiare sesso. La politica dei progressisti si preoccupa dell’eliminazione delle toilette separate, mentre i marchi d’abbigliamento vogliono abolire la distinzione “bambino” e “bambina” a favore del capo unisex. Si profila un mondo in cui la “persona” in quanto tale non esiste più, in cui ogni sorta di “identità” è abolita e l’individuo è perfettamente amorfo e “resettato”, naufrago solitario in un oceano di non-senso: un uomo a un’“unica dimensione”, come direbbe Herbert Marcuse, emancipato dalla propria natura e identità psicofisica. Secondo l’ideologia di genere, infatti, tra il maschio e la femmina vi sarebbe un numero indefinito di altri “generi” od “orientamenti sessuali”, che comprenderebbero, tra l’altro, l’omosessualità maschile, il lesbismo, la bisessualità e quant’altro; generi, che sarebbero “naturali” quanto l’eterosessualità. Secondo l’Associazione Psichiatri Americani, ad esempio, la pedofilia sarebbe un “orientamento sessuale” come gli altri; i sessi, infatti, non sarebbero un’evidenza presente archetipicamente alla nascita di ogni essere, ma una “preferenza”, indotta dal desiderio individuale con cui la persona percepirebbe se stessa a partire da condizionamenti genetici o culturali. In questo senso, la visione della sessualità diventa “fluida”, priva di attinenza caratteriale e dell’attrazione per reciprocità propria della differenza tra il maschile e il femminile. L’ideologia di genere imposta sulla natura della realtà, pertanto, fa collimare tetramente il nostro mondo con quello descritto nell’angosciante e preveggente distopia descritta da Aldous Huxley ne “Il Mondo Nuovo”, dove l’essere umano, privato di tutta l’eredità del passato, vive in un immobile presente svirilizzato in cui ogni aspetto della vita è omologato fin dalla nascita, la riproduzione è realizzata artificialmente e disgiunta dal sesso e ogni aspirazione personale, ogni creatività e ogni spiritualità è “annegata” nella droga (il soma) o nel piacere sessuale, sia etero che omo, praticato senza limiti di età e di norma. L’unisex è il vagito rauco dell’amorfo. Lo stilista e attivista gay Rudi Gernreich affermò che “in futuro gli abiti non saranno più identificati come maschili o femminili”, e questo proprio perché l’educazione istituzionale difende l’impossibilità di operare una qualsiasi distinzione. Nel corso di poco più di un secolo le sperimentazioni tecniche della moda, in risposta alle esigenze di una società in rivolta con se stessa, hanno rivoluzionato i costumi di una civiltà, quella occidentale, da sempre fondata sul valore della famiglia, sull’idea di unione tra l’uomo e la donna, sulle virtù di cui l’uno e l’altro sesso si sono fatti storicamente portatori. Nell’attuale èra della post-storia, ovvero nel presente paradigma oltre-storico perché totalmente scisso da un senso di continuità con il passato teso verso il futuro, ogni valore è destinato a frantumarsi. Un fenomeno, questo, di generazione in generazione più frequente, a causa del moderno tenore di vita scandito dalle innovazioni tecnologiche, dal clangore della superficialità edonistica e dall’allontanamento progressivo dell’essere umano dall’ambiente naturale.
Scriveva Gilbert Keith Chesterton che sarebbe venuto il giorno in cui, per chiamare “pietre” le pietre, bisognerà sguainare la spada. Terra e cielo, buio e luce, morte e vita, vuoto e pieno, acqua e fuoco, freddo e caldo, maschile e femminile, ragione ed emozione, cielo e terra, uomo e donna, conscio e inconscio, Animus e Anima: questi sono alcuni degli aspetti yin e yang, che sperimentiamo in natura; essere consapevoli della polarità della realtà ci aiuta a partecipare al movimento costante dell’universo, e finché siamo connessi con questo flusso siamo collegati al respiro stesso del Cosmo, siamo in equilibrio.
Cosa sono e cosa rappresentano, le diversità che si attraggono e si respingono nell’eterno gioco cosmico della vita? Per Carl Gustav Jung, l’opposto o, meglio, la complementarietà per eccellenza, la dualità in cui ogni cosa è parte di un’altra, la contiene e nel contempo le appartiene. L’Anima, femminile, aggraziata, feconda come la terra, attraente come la luccicanza, accogliente come una madre, sensibile nel dramma, sacra come una donna; l’Animus, maschile come un seme, implacabile come la tragedia, forte come un padre, sicuro come un uomo: sono questi, i princìpi archetipici insiti nell’essere umano, presenti in ogni cultura e spiritualità, che rappresentano gli elementi della psiche, il calco caratteriale che eroticamente suscita l’attrazione tra il maschile e il femminile per ricomporre l’unità nell’Androgino primordiale. Ogni bambino interiorizza l’esperienza della sua Anima grazie alla madre e l’esperienza del suo Animus grazie al padre: sono queste immagini, che a loro volta contengono le immagini dei padri e delle madri passati, a guidarci nella vita, che oltrepassa il contingente e ci segna in un respiro di profondità cosmica. L’Animus e l’Anima rappresentano, per Jung, il maschile e il femminile insiti nella psiche di ogni essere umano. Come dice Aldo Carotenuto, “Jung definisce Anima l’immagine del femminile che ogni essere umano di sesso maschile ha interiorizzato, mentre definisce Animus l’immagine del maschile che ogni essere umano di sesso femminile ha interiorizzato”. L’androgino platonico, ancestrale, come inconscia aspirazione alla completezza perduta. Quella nostalgia dell’eternità che, grazie all’eros, opera la condizione umana come realizzazione dell’essere, della forma nella materia, della struggente bellezza della gratuità del vivere oltre se stessi, nella grazia e nel mistero dell’ineffabile. La vita saggia, giusta, misurata si sviluppa attorno a un compito specifico: da un lato, trattare faccende sociali nelle relazioni umane e, dall’altro, essere parte dell’universo mantenendo un contatto diretto con la natura e con il cosmo. In questo modo, vivendo il Tao – la Via – si partecipa al limite e alla compiutezza del reale, ove l’essere umano è al centro del cosmo e il cosmo al centro dell’essere umano. Macrocosmo-microcosmo, antitesi e complementarietà, come parte dell’esistenza e fondamento della vita come manifestazione spirituale: una cultura, quindi, che si ricompone empaticamente con la natura e sa distinguere tra l’identità e la preferenza, ma non ne inverte certo la gerarchia in favore del caduco e pulsionale ego individuale. La difformità dalla norma naturale, quando c’è, va accolta con il rispetto dovuto alla scelta individuale e al travaglio della prova interiore, non certo la sua legittimazione nell’ordine sociale che si fonda sul rito e sulla compiutezza della forma sulla materia.
Lunga e interminabile è l’heideggeriana “notte del mondo”, in cui gli Dèi hanno abbandonato il mondo, e la minaccia di un inverno senza fine sembra oggi sottrarre all’uomo ogni possibilità di significato. In questo scenario e abitando tali luoghi desolati, in cui mancano rituali e parole adatte, e in cui i vuoti sono gli spazi lasciati dal sacro, è necessario ritrovare il senso dell’incontro con l’essere, una epistrophé che riscatti il nichilismo, nella consapevolezza confuciana che “quando le parole perdono il senso, le persone perdono la libertà”.
di Eduardo Zarelli
RECENSIONE SU DISINFORMAZIONE.IT
http://www.disinformazione.it/deriva_pedofila.htm
La deriva pedofila
dell’Occidente
Marcello Pamio - 19 febbraio
2014
Prendendo spunto dall’ultimo interessante libro “Unisex”, scritto da Enrica Perucchietti e Gianluca Marletta per Arianna edizioni, vorrei sottolineare la pericolosissima deriva culturale, sociale e spirituale, che sta interessando l’Occidente e che contempla, tra le altre cose, la legittimazione della pedofilia. Una deriva che ha l’obiettivo di distruggere in tutti i suoi aspetti, l’uomo e la concezione che noi abbiamo di esso, per creare un Uomo Nuovo, un uomo privo di identità.
Ideologia di genere
I media come sempre non ne parlano, ma i cosiddetti Poteri Forti stanno spingendo e promuovendo a suon di dollaroni l’idea di genere (gender).
Potremo dire addio all’identità dell’essere umano, nel suo naturale dimorfismo maschile e femminile, perché per
l’ideologia gender, le differenze sessuali tra maschio e femmina non
avrebbero alcuna importanza, se non dal punto di vista culturale. Quindi non hanno senso di esistere!
L’obiettivo è rimodellare l’immagine stessa dell’uomo, imponendo a tutti, partendo dai più
piccoli, una nuova concezione di sessualità ideologica.
Tra il maschio e la femmina vi sarebbero un numero indefinito di altri “generi” o “orientamenti sessuali”, tra cui l’omosessualità, il lesbismo, la
bisessualità e la pedofilia; generi che sarebbero normalissimi né più ne meno come per l’eterosessualità.
Queste pericolosa ideologia viene sovvenzionata, foraggiata e promossa in tutto l’Occidente da una vastissima e immensa operazione socio-culturale.
Il braccio militante di questo processo culturale sono i movimenti gay e
omosessualisti.
Questi gruppi, una volta minoritari e soprattutto squattrinati, negli ultimi anni hanno acquisito un potere enorme e
visto affluire fiumi di finanziamenti pubblici
e privati, da parte di lobbies di altissimo livello. Come mai?
L’ideologia di
genere e quindi tutti i movimenti appena visti e quelli che vedremo, fungono da “cavallo di Troia” nelle
mani dei Poteri Forti per manipolare e sradicare la natura stessa dell’uomo.
Qual è il motivo? Forse creare un Uomo Nuovo, completamente diverso dall’attuale e assolutamente innaturale e privo di ogni identità, sessuale, ma non
solo…
Il padre ufficiale dell’ideologia di genere è lo psichiatra sessuologo della John Hopkins University, John William
Money (1921-2006, foto a sinistra).
Secondo lui “l’identità
sessuale è sostanzialmente un prodotto della società e pertanto, duttile e malleabile alla nascita”. Il suo
sogno era una sorta di democrazia sessuale in cui ogni tipo di rapporto sessuale, compresa la pedofilia, sarebbe stato promosso e legalizzato!
Money scrive: “la pedofilia e
la efebofilia (amore per gli adolescenti) non sono una scelta volontaria più di quanto lo sia il fatto di essere mancini o daltonici”.
La pazzia di questo psichiatra ha raggiunto l’apoteosi quando interveniva chirurgicamente nei bambini che avevano dei peni di dimensione ridotta: li operava trasformandoli in “bambine”.
Lo scopo era dimostrare che l’identità sessuale è una “sovrastruttura culturale”.
Nonostante il fallimento su tutta la linea, pagato sulla pelle di migliaia di bambini passati sotto il suo bisturi,
vedremo che ancora oggi qualcuno azzarda a tirare fuori le sue teorie.
La
perversa visione di Money sta diventando tristemente reale, perché dopo 50 anni in cui la pedofilia è sempre stata considerata dalla psichiatria una “malattia”, oggi sembra essere un “orientamento
sessuale”.
Lo denuncia in America l’AFA, l’American Family Association, una organizzazione no-profit fondata da un pastore
metodista nel 1977.
Secondo l’Associazione famiglia americana, la potentissima casta degli psichiatri americani, l’APA, distingue per la
prima volta tra pedofilia e atto pedofilo: solo l’atto sessuale viene considerato “disordinato” per le conseguenze che ha sui bambini.
Nell’ultima edizione del manuale (DSM-V uscito a giugno 2013) ci sarebbe scritto che «il desiderio sessuale verso i bambini è un orientamento» come gli altri.
Sono riusciti gli psichiatri a sdoganare e rendere l’atto più tremendo e miserabile che si possa commettere ai danni di
un bambino, un orientamento, una scelta sessuale?
Se non è oggi è domani, ma purtroppo anche questo rientra nel progetto…e le pressioni sono enormi.
La stampa di Regime, cioè il cane da guardia che
invece di controllare la politica e il potere, controlla il popolo, ovviamente è stato aizzato.
Casualmente il 9 febbraio scorso il quotidiano "La Repubblica" pubblica una indagine Ipsos, commissionata da "Save the
children" il cui risultato sarebbe agghiacciante, se fosse vero: 1 italiano su 3 considera "accettabile" il sesso con minori.
Tale propaganda cerca di far credere alle masse, al "gregge disorientato" che la maggior parte degli italiani in fin dei
conti "accetta" la pedofilia. Quindi tu, da che parte stai? Con noi, cioè la massa o no?
I Poteri Forti
I loro nomi li abbiamo già elencati innumerevoli volte.
Si sa che il filantropismo dell’ebreo ungaro-statunitense George Soros non ha limiti.
Questo individuo, e la sua Open Society Institute, oltre a elargire quantità industriali di soldi
in tutte le primavere arabe, le rivoluzioni colorate e quelle antirusse, da un po’ di anni si è rivolto, chissà come mai, anche alle organizzazioni gay.
Non potevano mancare i colleghi filantropi Bill Gates, patron della Microsoft e Jeff Bezos patron di Amazon; il Goldman Fund, della banca ebraica privata più potente al mondo; la Rockefeller
Foundation e la Fondazione Ford.
Poi vi sono alcune società molto quotate come Kodak, Chevron, JP Morgan, Toyota, Pepsi, Ubs, Ibm, Johnson&Johnson,
Merril Lynch, Microsoft, Apple, AT&T, Nike, Chrysler, Xerox, ecc.
Per quali reconditi motivi tutte queste società donano a fondo perduto moltissimi soldi alla causa omosessuale, ai
matrimonio tra gay?
Lo fanno per un ritorno di immagine o economico? O magari c’è dell’altro?
Non solo l’industria, ma anche la politica che conta è iperattiva in questo progetto.
Personaggi politici di “destra” (neoconservatori) come l’ex Segretario di Stato Colin Powell e l’ex vice presidente Dick
Cheney, e personaggi di “sinistra” come il presidente USA Obama e il premier Hollande in Francia, si sono pubblicamente espressi a favore dei matrimoni gay.
Addirittura l’ex presidente americano, il potente massone repubblicano George H. W. Bush senior (padre del poveretto
Bush junior), ha fatto da testimone ad un matrimonio gay nello Stato del Maine.
Perché tutti coloro che contano stanno spingendo la barca dell’ideologia di genere?
Prossimo passaggio: distruzione famiglia e scuola
Lo scopo è l’omologazione globale: cancellare le differenze, le diversità per renderci tutti uguali. Demolire tutte le identità
sociali, religiose, politiche, culturali e ovviamente anche sessuali.
Il prossimo passaggio, che sta già avvenendo, sarà la distruzione del concetto di famiglia, perché questa strana e
antiquata istituzione è un ostacolo enorme.
Un uomo privo di valori e senza punti di riferimento è un uomo in balia degli eventi e quindi malleabile e manipolabile
a proprio (loro) piacimento.
Una raccomandazione del 2010 del “Comitato dei Ministri Europeo” invita ad introdurre nelle scuole appositi momenti
di “sensibilizzazione” degli studenti sulle tematiche della “discriminazione” verso i gay e le lesbiche.
In Francia addirittura nell’anno accademico 2013/2014 sarà reso obbligatorio in tutte le scuole di ogni ordine e grado
un corso di insegnamento basato sull’ideologia di genere, con lo scopo esplicito di “trasformare la mentalità
dei giovani”. Trasformarla in che senso e in che direzione?
Qui da noi le cose non sono tanto migliori.
A Venezia gli insegnanti saranno affiancati da controllori chiamati a correggere le espressioni ritenute
“discriminatorie”.
Tale progetto, organizzato dall’Ufficio scolastico territoriale della città lagunare in collaborazione con la
Commissione provinciale delle Pari opportunità, ha lo scopo di “promuovere un’educazione oltre gli stereotipi
di genere, acquisendo la capacità di coglierli e saper andare oltre”.
In Veneto, se qualche insegnante vorrà parlare di gay e generi sessuali, potrà farlo soltanto con l’assistenza di un
tutor deputato a valutarne le parole onde correggere quelle eventualmente considerate non conformi alla linea di principio antidiscriminatoria.
Gli organizzatori hanno previsto, per i docenti, un percorso formativo articolato in sei incontri durante i quali “i maestri proveranno a liberarsi dei pregiudizi legati all’identità sessuale e a garantire una migliore offerta didattica ai loro
studenti”.
I maestri delle scuole materne ed elementari di Venezia dovranno quindi abituarsi alla presenza, nelle loro aule, di ben
due tutor che dovranno sovrintendere alla loro avvenuta “rieducazione” in tema di “identità di genere, ruolo di genere, identità sessuale e orientamento sessuale” (1).
Hanno pure iniziato a modificare i termini della lingua italiana, sempre nella direzione del (loro) politicamente
corretto. In alcuni comuni italiani nei moduli sono misteriosamente sparite le parole “padre” e madre” per far posto alle parole molto più corrette: “genitore 1”, “genitore 2” o “coppie di fatto”. Il tutto per
non discriminare, ovviamente.
Il ruolo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS o WHO) da un po’ di anni ha iniziato ad occuparsi dello sviluppo sessuale dei bambini europei. Chissà come
mai…
In un documento ufficiale, a cura dell’Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS e BZgA (Federal Centre for Health Education, Centro Federale per l’Educazione e la Salute, Germania) intitolato “Standard per l’Educazione Sessuale in
Europa”, l’ente sovranazionale prescrive alcune cose a dir poco aberranti.
Il documento in italiano, scaricabile in formato pdf, è stato curato della Federazione Italiana di Sessuologia
Scientifica.
Da
0 a 4 anni l’OMS prescrive l’apprendimento del “godimento e piacere quando giochiamo con il nostro corpo: la
masturbazione della prima infanzia”.
Da 0 a 4 anni è l’età ideale per “la scoperta del corpo e dei genitali”.
Da 0 a 4 anni è l’età ideale per “esprimere i bisogni, i desideri e i limiti, ad esempio nel gioco del dottore”.
Da 0 a 4 anni è l’età ideale, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per “consolidare l’identità di genere”.
Da 4 a 6 anni è l’età ideale per la “masturbazione” e si può tranquillamente: “parlare di argomenti inerenti alla sessualità”.
Da 4 a 6 anni è l’età ideale per le amicizia e amore “verso persone dello stesso sesso”.
Da 6 a 9 anni è l’età ideale per conoscere e difendere i “diritti sessuali di bambini e bambine”.
Da 6 a 9 anni è l’età ideale l’“amicizia e amore verso persone dello stesso
sesso”.
Da 9 a 12 anni è l’età ideale per sapere tutto sulla “riproduzione e pianificazione familiare”, oltreché ai
“diversi tipi di contraccettivi” e sui “rischi e conseguenze del sesso non protetto
(gravidanze indesiderate)”.
Cambiamento di sesso on demand
Sembra fantascienza, ma non lo è.
Cambio di sesso, proposta choc: “Blocchiamo la pubertà e indirizziamola”.
Chiesto il via libera alla Regione Toscana per aprire il fronte della diagnosi precoce nei bimbi che manifestano i
disturbi.
“Nei bimbi si tratta di capire
se giocano ad esempio con le bambole o indossano i vestiti della sorella”.
Con questa diagnosi si potrebbe seguire la crescita prima dello sviluppo di tutti gli organi sessuali:
“Ci sono farmaci che bloccano la pubertà precoce e abbiamo chiesto di estenderli anche sulla pubertà inadeguata, in modo da indirizzare subito la pubertà verso il sesso che
veramente sente il paziente”.
John Money è morto da 8 anni, ma il suo spirito disincarnato non ha ancora abbandonato la terra e continua a fare
danni.
Hollywood & Entertainment
Tutta la macchina industriale dell’intrattenimento gioca un ruolo fondamentale per modificare e creare culturalmente l’Uomo Nuovo.
I mass media (cinema, televisione, radio e carta stampata), sono lo strumento principe della propaganda e lo fanno da
oltre un secolo molto egregiamente.
In tivù sempre più spettacoli, reality, fiction, soap-opere affrontano la tematica dell’ideologia di genere, senza che
noi passivi osservatori che ne accorgiamo. Mentre noi stiamo anestetizzati loro penetrano...
Per non parlare delle numerosissime pellicole sfornate dalla cricca massonica di Hollywood.
Non si salvano nemmeno i cartoni animati, dedicati ai più piccini: da Peppa Pig in giù.
D’altronde è semplice il discorso: prima ci condizionano, inculcandoci nel cervello il messaggio corretto, e meglio è tutti
(loro).
Infine un po' di gossip: sembra che a Sanremo 2014 l’ospite straniero sarà il
cantante gay blasfemo (in odor di satanismo per qualcuno) Rufus Wainwright, fervente detrattore della chiesa cattolica e difensore dei diritti degli omosessuali e del commercio di bambini tramite
l’utero in affitto.
E' felicemente sposato (da quando la Defense of Marriage Act è stata abolita da Obama), con il suo amico e manager Jorn
Weisbrodt.
La notizia è che Rufus ha avuto una bambina dalla sua cara amica Lorca Cohen! E' sposato con un uomo, ma ha messo
incinta l'amica.
Nelle sue esibizioni è solito vestire i panni di Gesù Cristo in croce, cantando: “Il messia gay”.
Questo losco individuo è stato invitato (a spese di coloro che pagano ancora il canone Rai), per innescare polemiche
funzionali all’audience, o ci sono altri motivi?
Conclusioni
E’ bene precisare per non incappare in assurde (o volute) incomprensioni che qui non si sta discutendo dei sacrosanti diritti delle persone, di tutte le persone,
comprese quelle che hanno scelto di vivere la propria sessualità, ovviamente nel rispetto delle altre persone.
Nessuno è contrario ai diritti delle persone dello stesso sesso che vivono una vita insieme.
Una unione, intesa come famiglia, può essere tranquillamente costituita da persone dello stesso sesso, con tutti i
diritti di qualsiasi altra unione, ma quando di mezzo ci sono dei bambini le cose hanno un altro risvolto. Un bambino per crescere e diventare uomo sano e libero, ha bisogno di due figure ben
precise: la madre (l’uovo) e il padre (il seme). Questi due ruoli, con tutte le difficoltà dei casi, con tutte le discordanze e i condizionamenti religiosi, si possono criticare all’infinito, ma da
che mondo e mondo sono sempre state le due figure basilari, il modello da trasmettere e che verrà emulato a sua volta dai bambini.
In
natura, tranne rarissime eccezioni, la prole viene partorita e nutrita da una madre e protetta da un padre. La dicotomia maschile/femminile è sempre esistita e sempre esisterà: Luna (madre) / Sole
(padre); Terra (madre) / Cielo (padre), ecc.
In Natura non è facile osservare due animali dello stesso sesso che prendono in affitto un utero per aumentare il
focolare domestico.
Ecco perché nel
Disordine Organizzato che
stanno instaurando, sarebbe più corretto parlare di antinatura, di antiuomo e di anticristo.
Stanno instaurando passo dopo passo la distruzione completa dell’essere uomo, partendo dalle fondamenta della famiglia stessa, ma
arrivando a tutti gli altri ambiti (spirituale, culturale, economico, ecc.).
Un uomo privo di storia, cultura è un uomo che non conosce il passato e non sa
cosa aspettarsi nel futuro, quindi vive male il presente.
Un uomo scollegato dalla propria vera e unica origine: i mondi spirituali, è un uomo che vive una falsa esistenza proiettata nella
materia e per la materia, gestito e manipolato da forze molto basse (qui attecchisce benissimo la pornografia; la corruzione delle anime grazie all’illusione sfavillante del successo e del
denaro).
Un uomo sradicato dalla famiglia e privo di identità sessuale è un uomo facilmente controllabile.
Questo Uomo
in sintesi è il suddito ideale.
Questo mondo è la fotocopia di quello descritto nel romanzo fantascientifico “Il Mondo Nuovo” del 1932, dal visionario Aldous Huxley*.
L’essere umano privato di tutta l’eredità del passato, in cui ogni aspetto della vita è omologato fino alla nascita,
perfino la riproduzione viene separata dal sesso; ogni creatività e ogni spiritualità viene annegata nella droga (chiamata il soma) o nel mero piacere sessuale, sia etero che dello stesso sesso, e
dulcis in fundo, praticato senza limiti di età (pedofilia).
Ecco quello che accadrà al nostro mondo se non interverremo quanto prima.
*
Aldous Huxley (1894-1963), futorologo britannico, professore al M.I.T. (Massachussetts Institute of Tecnology) di Boston. Uomo della Sinarchia globale.
Nipote di Thomas Huxley (uno dei fondatori della "Round Table", la Tavola Rotonda), fratello di Sir Julian Sorell Huxley
(primo direttore dell'UNESCO, e presidente della "Eugenetics Society", la Società Eugenetica britannica).
Aldous fu membro della Fabian Society e della Golden Dawn, sperimentò in prima persona l'uso di droghe allucinogene e
descrisse le sue "visioni" in due opere apologetiche: "Le porte della percezione" (1954) e "Paradiso e inferno" (1956).
L’opera più famosa rimane "Il Mondo Nuovo" (1932)
** “Unisex: la creazione dell’uomo senza identità”, Enrica Perucchietti e Gianluca Marletta, Arianna editrice
da:
Libri. “Unisex. La creazione dell’uomo senza identità”: l’annullamento delle differenze
Il nemico principale di chi, nella realtà contemporanea, si batta per valori comunitari e tradizionali, senza dubbio alcuno, va identificato nell’ideologia liberale. Essa ha saputo produrre e produce allo stato attuale delle cose un’azione profonda e pervasiva tale da condizionare visioni del mondo che, almeno al loro sorgere, avevano tratti oppositivi nei confronti del dominio incontrastato dell’utile e delle prassi sociali mirate alla realizzazione di profitti sempre più ampi. Oggi assistiamo ad una fuorviante e teatrale divisione dei ruoli politici che, falsamente, contrappone una destra ad una sinistra. Nella realtà la “destra del mercato” impone le regole economico-finanziare alle società globalizzate, mentre la “sinistra del costume” indica e contribuisce a diffondere i modelli e gli stili di vita funzionali alla riproduzione del sistema economico totalitario della governance. Entrambe, come è stato ben spiegato da Guy Hermet, segnano i confini intellettuali del politicamente corretto, oltre i quali sono posti in “isolamento ininfluente” (nei migliori dei casi), i Nuovi Reprobi, coloro che ripropongono Tradizione, ragione naturale o, addirittura, valorizzano il senso comune quale difesa dai Lumi rinascenti del Nuovo Regime.
Sul tema, e su altro ancora, ha attirato la nostra attenzione un recente volume di Enrica Perucchietti e Gianluca Marletta, Unisex. La creazione dell’uomo “senza identità” edito da Arianna editrice (per ordini:051/8554602; redazione@ariannaeditrice.it). Dopo aver abbattuto gli ostacoli che si frapponevano alla realizzazione del mondo global, dopo aver di fatto straziato ogni appartenenza identitaria, ogni forma residuale di legame o vincolo tradizionale tra gli uomini, dopo aver de-sacralizzato la natura, ridotta a mera estensione, ecco i potentati mondialisti porsi “laicamente” (questa è la loro religione) al servizio dell’ideologia di genere. Ciò nel tentativo di creare l’uomo nuovo, consumatore “senza identità”. Secondo tale ideologia il maschile e il femminile non sarebbero distinzioni naturali ma prodotti culturali, imposti dalle scelte educative “sessiste” nel corso di millenni. Tra il maschio e la femmina esisterebbero, inoltre, un numero indefinito di altri generi, comprendenti le diverse forme di omosessualità, la pedofilia, la bisessualità, considerate naturali allo stesso modo dell’eterosessualità.
Il libro, ricco di dati e statistiche e che coinvolge nel narrato il lettore, ripercorre la storia dell’ideologia di genere. Ricordano gli autori che padre ufficiale del gender è da considerarsi lo psichiatra americano John Money, sostenitore della “nuova sessualità”. A suo dire la differenziazione culturale dei sessi sarebbe riducibile a: “…mero ornamento, una realtà che quindi può diventare superata e obsoleta” (p. 41). Purtroppo, uno dei suoi primi e tristemente noti pazienti, David Reimer, divenuto a seguito di un intervento chirurgico subito da bambino, Brenda Reimer, lo smentì drammaticamente, suicidandosi per gli squilibri indotti dal cambio di sesso. Le tesi di Money cominciarono a circolare ampiamente nel momento in cui diventarono uno strumento che i Poteri Forti decisero, dopo gli anni Settanta, di utilizzare per i loro fini: creare l’Uomo Nuovo compatibile con il progetto del Nuovo Ordine Mondiale. Un essere: “… resettato e omologabile, stereotipato e apolide” (p. 33). Il braccio militante del gender è oggi facilmente individuabile nei movimenti gay che, allo scopo, come ricordano con dati puntuali Perrucchietti e Marletta, dispongono di ingenti fondi elargiti da Fondazioni e miliardari, tra i quali figurano gli immancabili George Soros e Bill Gates. Tra i sostenitori politici d’oltreoceano del movimentismo omosessuale, del resto, non vanno annoverati solo liberal come Obama, ma anche nomi importanti degli ambienti neoconservatori.
Il successo propagandistico delle loro azioni negli ultimi decenni è stato rilevante in tutto il mondo. Non solo nelle leggi di molti paesi occidentali, ma nell’immaginario collettivo dell’uomo medio, l’omofobia è equiparata al razzismo e all’antisemitismo, un reato, quindi, punibile penalmente e ritenuto esecrabile sotto il profilo etico. Le recenti polemiche internazionali che hanno coinvolto Putin e la Russia ortodossa e antimondialista stanno a testimoniare come le cose oggi procedano. Noi italiani non possiamo certo meravigliarci. L’imprenditore Guido Barilla, uno dei nomi più noti internazionalmente del nostro settore agroalimentare, ha subito un vero e proprio linciaggio mediatico per aver sostenuto in una intervista che non si sarebbe servito di una coppia gay in spot pubblicitari, ritenendo naturale la famiglia etero. Apriti cielo! In poco tempo è stato costretto a correggere il tiro e a “edulcorare” le dichiarazioni, affinché i prodotti delle sue imprese non venissero boicottati sul mercato.
Molto interessante, in un capitolo del libro, è l’analisi delle strategie messe in atto per diffondere l’ideologia gender. Innanzitutto la desensibilizzazione: consiste nell’inondare la società di messaggi di genere affinché l’opinione pubblica giunga a considerarli normali. Il secondo momento è detto del bloccaggio: fermare immediatamente, attraverso il discredito pubblico, bollando come reazionario, nazista, bigotto, chiunque si opponga alle tesi gender. Le prime due strategie sono mirate alla conversione finale, in parte già realizzata. Il comune modo di sentire ha accettato l’ideologia di genere. Il nuovo modello di umanità è costruito sull’idea dell’incontro di tratti somatici dell’uomo con quelli della donna. E’ l’Unisex trionfante A ciò hanno contribuito la moda, la chirurgia estetica, il mondo dello spettacolo e i serial televisivi. I maggiori divulgatori di questa tendenza, in particolare presso le nuove generazioni, sono state star internazionali della musica che, a bella posta, hanno giocato sulla presunta o reale ambiguità sessuale. Basti al riguardo fare il nome di Lady Gaga. Lo stesso sistema educativo è ormai condizionato da un modello umano sessualmente e moralmente incerto, si parla di Genitore 1 o 2, anziché di padre e madre. In alcuni paesi europei, al momento della nascita, la definizione del sesso è facoltativa, si può addirittura indicare sul certificato il genere intersessuale con una “x”.
Siamo destinati, pertanto, ad andare verso un mondo che non conoscerà più le diversità che si attraggono e si respingono nell’eterno gioco cosmico della vita? Ci auguriamo di no. In ogni caso rispetto alla situazione attuale, descritta organicamente dai due autori, è necessario attivare degli anticorpi che inneschino una reazione salutare. E’ indispensabile recuperare la tensione all’originario, sempre centrale nelle dottrine tradizionali dell’eros. L’androgino platonico è l’archetipo cui guardare quale ancestrale aspirazione alla completezza perduta. L’uomo potrà incontrarlo di nuovo solo se la tensione che muove le polarità opposte e complementari del maschio e della femmina, sia esperita, prima che nella realtà fisiologica del corpo umano, sotto forma di potenza spirituale. Al riguardo, nel momento in cui il consumismo nell’Italia degli anni Cinquanta cominciava a travolgere le radici tradizionali del nostro popolo, Julius Evola scrisse un’opera in grado di rispondere alla follia del gender, Metafisica del sesso. Bisogna tornare a leggerla con attenzione. Nelle sue pagine l’eros apre all’Alto, è forza riconnetteva e realizzante. Una risposta forte alla debolezza, anche erotica, della modernità.
*Unisex. La creazione dell’uomo “senza identità” di Enrica Perucchietti e Gianluca Marletta, edito da Arianna editrice
INTERVISTA A BORDER NIGHTS
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